Studenti e studentesse in Sardegna per il NO

1 Ottobre 2016
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Siria Alaska

Pubblichiamo l’intervento di Siria Alaska del comitato sardo degli studenti e delle studentesse per il no durante la serata conclusiva della pedalata per il No in Piazza Giovanni a Cagliari.

Il referendum costituzionale e la legge elettorale non sono le prime mosse di questo governo contro le quali abbiamo costruito gli ultimi anni di analisi e mobilitazione: le riforme proposte da Renzi e il suo team stanno definendo la progressiva distruzione dei diritti conquistati in decenni di lotte.

I contenuti e le dinamiche parlamentari che hanno caratterizzato le discussioni su Buona Scuola, Jobs Act e Sblocca Italia si contrappongono fortemente alla necessità di ripensare dal basso un piano alternativo alle politiche di austerità per l’uscita dalla crisi: questo governo ha di fatto lavorato con l’intenzione di evitare il confronto con le parti sociali, perseguendo l’obiettivo politico di farci vivere in una condizione di precarietà esistenziale, di privarci del diritto ad una formazione libera, gratuità e di qualità, di estrarre senza criterio più profitto possibile dalle risorse del territorio nazionale, in particolare nella nostra regione, preferendo la distruzione del nostro patrimonio paesaggistico e ambientale ad un modello economico sostenibile.

Con questa visione d’insieme, come Studenti per il NO, vogliamo invitare tutta la cittadinanza a riflettere sulla necessità non solo di attivarsi per promuovere dal basso della società il No al referendum costituzionale, ma di rilanciare sul tema della democrazia e della decisionalità: il no a questa riforma non deve porsi con un linguaggio distruttivo e conservatore, ma deve essere in grado di metterci nella condizione di farci portavoce delle istanze di tutti quei cittadini che da anni si vedono privati dei propri diritti.

Nella nostra condizione di soggetti in formazione ci sentiamo attualmente esclusi dai processi democratici dei luoghi della formazione e della città: l’impossibilità per la maggior parte degli studenti medi di esprimere un voto a causa della minore età e per gli universitari di non votare nella città in cui studiano porta le istituzioni a potersi permettere un quasi completo disinteresse nei nostri confronti.

Da qui nasce la rivendicazione di poter accedere al voto dall’età di 16 anni e di potersi sentire rappresentati non solo dall’amministrazione del nostro comune di residenza, ma anche della città in cui realmente viviamo, delle realtà in cui passiamo la nostra quotidianità fatta non solo di momenti formativi ma anche democratici, ricreativi e sociali.

Inoltre riteniamo che il lavoro della coalizione riunitasi per la difesa della democrazia, noi compresi, debba assumersi la responsabilità di creare una narrazione sull’opposizione al referendum e all’Italicum che tenga dentro anche i fronti impegnati nelle battaglie sociali italiane e della nostra regione: opponiamoci alla distruzione degli spazi residui di decisionalità ricreando dal basso percorsi che rivendichino la possibilità di decidere sul proprio territorio in termini di democrazia ambientale ed energetica, che si schierino e si attivino insieme al Comitato Generale contro l’Occupazione Militare della Sardegna, che rifiutino l’autoritarismo di Renzi e gli interessi delle grandi società finanziarie, che uniscano il messaggio del no al referendum alla lotta contro le riforme in materia di scuola, lavoro, abiente e sviluppo.

Non possiamo permetterci di perdere ulteriori spazi di contrattazione tra Regione Sardegna e Stato, come accadrebbe a seguito della modifica del titolo V della Costituzione, dell’introduzione della clausola di supremazia statale, dell’iter parlamentare velocizzato che permette di evitare la discussione in Senato e far legiferare in meno di settanta giorni ad una camera non più rappresentativa della volontà popolare.

Per queste ragioni abbiamo deciso di lanciare la mobilitazione nazionale del 7 Ottobre sotto il grido di Decidiamo Noi: il nostro percorso unisce il lavoro della campagna Studenti per il NO con la lotta per un diritto allo studio universale, per una mobilità gratuita e strutturata sulla base delle necessità del territorio, per un piano straordinario di edilizia scolastica che renda i luoghi della formazione sicuri e all’avanguardia dal punto di vista didattico, per avere reali spazi di decisionalità in merito alle politiche della Regione Sardegna per la lotta alla dispersione scolastica, all’abbandono demografico e alla disoccupazione giovanile.

Per concludere, vi invitiamo a supportare la nostra azione nazionale del 3 Ottobre: il prossimo lunedì entreremo nelle facoltà sarde e ci confronteremo con gli studenti sul tema del referendum costituzionale, della legge elettorale e delle nostre rivendicazioni per il 7 Ottobre.

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