Sulla manifestazione contro la megacentrale termodinamica

6 Luglio 2016
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Daniela Concas

Sabato 2 luglio, nella strada provinciale 197, tra Guspini e San Gavino Monreale, si è svolta la manifestazione  contro il progetto della megacentrale termodinamica, per  un “no” corale e cercare di sensibilizzare cittadini e politiche.
Sono oramai 3 anni che, tra botte e risposte, comitati associazioni e cittadini cercano di render noto l’ennesimo atto colonialista nella nostra isola, da parte della energogreen del gruppo Angelantoni con sede a Londra, che vorrebbe espropriare 232 ettari di territorio fertile per costruire una distesa di specchi atti a produrre 55MWe di energia.
Dal 2014 la decisione è passata dalla valutazione Regionale alla richiesta Nazionale, accorpando i tanti progetti presenti di termodinamici, oltre il citato, per raggiungere in maniera alquanto singolare il tenore energetico richiesto per appellarsi al Ministero a Roma.
Sono diversi infatti i progetti sul termodinamico in Sardegna, oltre il già citato tra Guspini e Gonnosfanadiga abbiamo, sempre in Campidano, il progetto Flumini Mannu tra Villasor e Decimoputzu per altri 269 ettari, e nel resto dell’isola a Cossoine, Giave – Bonorva, per un totale di 389Mw.
Oltre questi progetti, per il cui funzionamento in realtà si subisce il furto delle energie essenziali (del suolo e delle acque, giusto per citarne due) in cambio del rilascio di inquinanti, ubicati in piane fertili e dal sistema idrico importante, se ne possono sommare degli altri localizzati in maniera diffusa in tutta la Sardegna: quelli di parchi eolici, di serre fotovoltaiche, di trivellazioni oltre che per idrocarburi ( Saras, ad Arborea con il progetto Eleonora e in Campidano con il progetto Igia) e  per geotermia (in Campidano diversi progetti della Tosco Geo, ora nella fase analisi indirette, e Saras).
Insomma, una invasione vera e propria, insostenibile sotto tutti i punti di vista e attuata sempre con scarsa o nulla informazione della popolazione, con una RAS silente e incapace di frenare questo furto aggravato di bellezza e ricchezza vera dell’isola.
A tutto questo si aggiungano i già noti siti industriali in uso o dismessi e quindi in attesa di bonifica, le discariche, le miniere con materiale altamente tossico a cielo aperto (vedasi Furtei con la sua eredità al cianuro) e tutte quelle fonti inquinanti che sommate completano questo quadro allarmante e degno di una vera e propria bomba ecologica, con ripercussioni sulla salute oltre che sull’ambiente.
Naturalmente tutti i progetti citati non possono essere definiti vantaggiosi per i sardi e la Sardegna, ma vanno visti in un’ottica di totale sacrificio delle nostre risorse ambientali e agricole: ricordando che nell’isola importiamo già l’80% delle derrate alimentari risulta semplice comprendere che il grande sforzo di riqualificazione del territorio anche in tal senso venga vanificato e compromesso.
I giovani dovrebbero tornare alla terra, la nostra natura e le sue peculiarità vanno rispettate e valorizzate: sono e restano vane parole fintanto che il colonialismo non subirà un arresto, questa corsa all’accaparramento di fondi e finanziamenti per progetti/sfascio non cesserà di esistere e una classe politica alla guida non sarà davvero funzionale alle vere esigenze della nostra terra.
I no popolari, dei nostri comitati, di gruppi e associazioni e di alcune amministrazioni nel tempo e sui vari fronti citati, la volontà di informazione  congiunta all’ opporsi allo sfacelo chiedono nuova progettualita’ e attenzione massima da parte di una classe politica Regionale finora assente.
Noi sardi intanto dovremmo, nella prospettiva di un futuro economicamente e energeticamente florido, essere coesi nella stessa consapevolezza di un patrimonio unico da salvaguardare e nella medesima volontà di  guardare avanti a un futuro non solo rinnovabile ma veramente sostenibile,  ritrovandoci  uniti e pronti a opporci a questa nuova barbara tirannia.

Daniela Concas è la portavoce del comitato “NO trivelle in Sardegna”

2 Commenti a “Sulla manifestazione contro la megacentrale termodinamica”

  1. luciano Virdis scrive:

    Il Manifesto Sardo
    Capisco che per voi, qualunque investitore vogli promuovere un attività produttiva, sia visto come un colonialista che viene con l’unico scopo di espropriare terreni fertili ai proprietari coltivatori e speculare su tutto.
    Non voglio qui mettere in evidenza le varie informazioni sbagliate contenute nell’articolo, voglio darvi solo alcuni elementi che vi consentano di analizzare bene l’argomento in modo che le obiezioni siano supportate da dati di fatto.
    Vi allego alcuni link dove troverete la sintesi dell’iniziativa:
    https://www.dropbox.com/s/sjdfukytuch2a8l/00%20FM%20e%20GN%20Sintesi%20e%20stato%20dellarte%20RevVir.pdf?dl=0
    https://www.dropbox.com/s/fq11ydxz2sed2hv/01%20ENEA%20Solare%20termodinamico.mov?dl=0
    https://www.dropbox.com/s/nn4kpb4nt7zlxh5/FM-UNICA%20Dipartimento%20di%20Fisica.pdf?dl=0
    https://www.dropbox.com/s/zcflnfbfcfgafcc/FM%20CASAR%20L.I..pdf?dl=0
    Non voglio aggiungere altro solo una domanda: visto la situazione energetica e ambientale, a chi giova tutta questa contrapposizione alle rinnovabili pulite? E’ forse meglio continuare a produrre energia da fonte fossile e continuare a inquinare, con tutte le conseguenze sanitari che ben conosciamo.
    A disposizione per qualunque chiarimento
    Cordiali saluti
    Luciano Virdis
    Responsabile delle società “Flumini Mannu” e “Gonnosfanadiga”

  2. luciano Virdis scrive:

    Chiedo scusa, ho dimenticato la lettera d’intenti di ENEA

    https://www.dropbox.com/s/7j1yi1zcflt1azd/ENEA%20Flumini%20Mannu.pdf?dl=0

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