Toro scatenato

1 Aprile 2013
Michele Ruda
Vita sportiva e privata del pugile Jake LaMotta, il Toro del Bronx. I primi incontri sotto la guida del fratello Joe, il titolo mondiale dei pesi medi e il tormentato rapporto con la moglie Vickie, tra massacri sul ring, esplosioni di rabbia e gelosia cocente sino al triste epilogo della carriera. Il ritratto di un uomo messosi al tappeto.
Sulla scelta di Martin Scorsese di portare sullo schermo la biografia del boxeur italoamericano deve aver pesato non poco la capacità con la quale LaMotta, partito dal nulla e arrivato a toccare il cielo, ha finito per distruggere tutto della propria vita.
D’altronde, alla fine degli anni Settanta era lo stesso regista a trovarsi nel baratro: reduce dal fallimento del suo matrimonio e dal pesantissimo flop, di critica e pubblico, del musical New York, New York (id. 1977), dipendente da droghe e psicofarmaci, Scorsese tocca il fondo. Ricoverato in ospedale, amici e colleghi accorrono al suo capezzale. Tra questi non può mancare colui che ha dato (e darà) volto e corpo ai suoi personaggi, l’altra metà di uno dei sodalizi più fertili fra un regista ed un attore: Robert De Niro.
E’ proprio lui, che con Scorsese condivide le origini newyorchesi e italiane, a parlargli per primo dell’idea di realizzare un film su Jake LaMotta, campione di successo negli anni Cinquanta finito, una volta ritiratosi, a fare l’intrattenitore in locale di terz’ordine, solo e in ristrettezze economiche.
In un primo momento il regista tentenna: non prova particolare interesse per uno sport che non ha mai seguito o che, quando visto in televisione, ha ritenuto ripreso male, da un’unica angolazione..
Ed’ è ancora troppo fresco nel ricordo del pubblico un film come Rocky (id. 1976), col quale la sua opera finirebbe irrimediabilmente per essere confrontata.
Poi, come sentendo di avere ancora un’ultima opportunità, abbraccia il progetto. Scorsese gira come se questo dovesse essere il suo ultimo film.
La furia, la rabbia che trasudano dalle immagini del film sono quelle di un uomo che vuole fare i conti con se stesso.
Scorsese filma con uno stile magistrale. Opta da subito per il bianco e nero, dando così un’impronta documentaristica al film (frequente il ricorso a cartelli e didascalie ad indicare i vari match combattuti), sceglie lo struggente tema della Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni sulle cui note saltella De Niro/LaMotta in solitario riscaldamento su un ring durante i titoli di testa.
La macchina da presa è in costante movimento, specie durante le scene di lotta, e trasmette tutta la potenza dei colpi sferrati, in un tripudio di immagini che scuote lo spettatore. Scorsese realizza anche inquadrature precise, tanto in ambienti aperti quanto stretti (il locale nel quale si recano Jake e suo fratello Joey per vedere Vickie, la ragazza della quale si è appena invaghito, o il corridoio di una camera d’albergo teatro dell’ennesima lite domestica) utilizzando il grandangolo per ottenere straordinari effetti di profondità di campo.
Imprescindibile è l’apporto di Thelma Schoonmaker, da cinquant’anni montatrice di fiducia del regista, che fa del film un lungo flashback e coreografa i combattimenti ricorrendo al rallenti per esaltare i corpi e i loro gesti, inserendo effetti sonori e accelerando l’azione per renderla più concitata e shoccante.
Toro Scatenato non pone certo la parole fine alla carriera di Scorsese, anzi ne rilancia le quotazioni. Chiude semmai l’epoca della New Hollywood, quei poco più di dieci anni che hanno visto affermarsi come massimi interpreti del cinema americano personalità totalmente estranee al mondo degli studios, ragazzi che il cinema l’hanno studiato sui banchi dell’università (proprio come Scorsese) o imparato nelle sale.
Un florido periodo creativo, tra i cui interpreti troviamo Coppola e Michael Cimino (Il Cacciatore), De Palma e Spielberg sino a George Lucas e John Milius (Un mercoledì da leoni), che ha visto questi autori emergenti prendersi potere e mezzi per realizzare le proprie idee, ma che ha finito per collassare su se stesso, portando ad un successivo ritorno all’ordine nel cinema americano.
I fasti di questa straordinaria stagione sono raccontati nel documentario Easy riders, raging bulls (ovvero i titoli dei due film che inaugurano e chiudono il periodo, quello di Scorsese e quello diretto da Dennis Hopper) uscito nel 2003.
Il regista adatta il libro di LaMotta insieme a Paul Schrader che ha scritto sceneggiatura di Taxi Driver (id.1976) e col quale condivide la fascinazione per personaggi aventi una connotazione (su alcuni dei registi maggiormente interessati al rapporto col divino Schrader ha pubblicato il saggio “Il trascendente nel cinema”).
E Scorsese, che da ragazzo studiava in seminario ma era troppo attratto dalla vita di strada per continuare su quel percorso, crea o sceglie personaggi mossi da un intangibile senso di colpa, portatori di un’ideale croce o peccato da espiare.
In Toro Scatenato è il ring a diventare un Golgota sul quale salire, scarificarsi e farsi punire, come quando – nell’incontro che ne segnerà il declino, la sconfitta contro il rivale di sempre Sugar Ray Robinson – LaMotta si fa travolgere da una raffica infernale di colpi, punendosi per la violenza con cui lui stesso ha investito il fratello prima e la moglie poi.
Ecco che Jake LaMotta può entrare a far parte con tutto diritto nel pantheon dei personaggi scorsesiani, un cinema di angeli vendicatori (l’autista di Taxi Driver), salvatori (il Messia ne L’ultima tentazione di Cristo), profeti reincarnati (il Dalai Lama in Kundun), sette criminali (i mafiosi di Quei Bravi Ragazzi) e divinità pagane (il denaro che tutto e tutti muove in Casinò)

Toro Scatenato (Raging Bull) di Martin Scorsese, Usa 1980, 129 min. B/N con sequenze a colori, con Robert De Niro, Joe Pesci, Cathy Moriarty

L’Associazione culturale Film ’e Ferru è costituita dal 2009. L’iniziativa principale è il cineforum a cadenza bisettimanale presso la libreria Vertigo di via San Lucifero. I fondatori dell’associazione sono Matteo Costa, Francesco Meloni, Valeria Orecchia, Michele Ruda e Andrea Salimbeni. Per informazioni sulla programmazione sono raggiungibili via facebook alla pagina “Film ‘E Ferru circolo del cinema Cagliari”

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