Una grande manifestazione per la sanità sarda

21 Giugno 2023

[red]

Il Coordinamento dei Comitati Sardi per la Sanità Pubblica ha indetto una manifestazione regionale per sabato 24 giugno alle ore 9.30 con concentramento a Cagliari in piazza dei Centomila, nei pressi dei parcheggi di Bonaria. Pubblichiamo il loro documento intitolato “La sanità come diritto universale”.

La sopravvivenza del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), a 45 anni dalla sua nascita, si trova in una fase di involuzione e dequalificazione, in cui non è più garantita la sua piena esigibilità. La sanità pubblica, a causa delle politiche sanitarie degli ultimi decenni, praticate da tutti i governi e dalle amministrazioni regionali che si sono succedute, ha subito un depotenziamento e un graduale e progressivo smantellamento a favore di quella privata.

Per questi motivi il Coordinamento dei Comitati Sardi per la Sanità Pubblica propone di sbloccare il tetto di spesa per le assunzioni del personale del SSN, abolire il blocco del turnover, garantire retribuzioni al personale adeguate alla media europea; un piano straordinario di assunzioni nel SSN: infermieri e medici nel Servizio di emergenza e urgenza, negli ospedali, nel servizio di Igiene pubblica e prevenzione; riorganizzare e rafforzare la sanità territoriale e le cure primarie.

Vogliamo ripristinare la rete di assistenza, prevenzione e cura della salute mentale; garantire tutte le figure professionali necessarie per la presa in carico multidisciplinare, orientata ai percorsi individuali di ripresa ed emancipazione sociale. Finalizzare le risorse stanziate esclusivamente per la formazione, la specializzazione e le assunzioni di personale per il SSN. Le risorse disponibili non devono essere destinate all’aumento delle convenzioni esterne con i privati. Abolire la pratica corruttiva dei medici a gettone e in affitto che sono un’oggettiva concorrenza sleale a danno del SSN. Purtroppo, anche il PNRR nulla prevede per le assunzioni di personale, ma solo per l’edilizia e la tecnologia, rischiando di favorire la tendenza alle privatizzazioni.

Chiediamo di predisporre un Piano immediato di formazione del personale sanitario (medici e infermieri); abolire l’anacronistico e vessatorio numero chiuso e adottare il numero programmato secondo le scelte e i programmi del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale  per l’accesso alle professioni sanitarie; incentivare le specializzazioni e il lavoro nel  settore pubblico.

Proponiamo di ridurre le liste di attesa, anche tramite convenzioni degli specialisti gestite direttamente dalle ASL e dal SSN. Garantire il diritto allo studio. Sostenere il ruolo pubblico dell’Università che deve consentire innanzitutto la formazione del personale del SSN, non solo dell’imprenditoria privata. Risulta ormai chiaro che la carenza di medici e infermieri riguarda soprattutto il SSN. Incentivare e sostenere la sanità territoriale mediante prestazioni qualificate nelle cure primarie e territoriali che devono ritornare ad essere il primo accesso alle prestazioni del SSN e fondamentale presidio di prevenzione e cura delle patologie croniche.

A causa della grave mancanza di medici di base, troppo spesso oggi il primo accesso alle cure è diventato il Pronto soccorso. Vanno, peraltro, incentivate le varie forme di associazionismo medico e il lavoro di gruppo tra le varie figure professionali. Si deve rilanciare il SSN con le previste Case e Ospedali di Comunità, con adeguato personale. Per questo è necessario ripristinare la copertura assistenziale del SSN per i malati non autosufficienti, discriminati dalla L. 33/2023: la loro assistenza deve restare a carico del SSN.

Rivendichiamo maggiori investimenti nella prevenzione delle malattie sul piano ambientale e sanitario; effettuare monitoraggio della salute delle comunità con indagini epidemiologiche territoriali, specie nei siti inquinati, ed effettuare le relative bonifiche e chiediamo che la Regione Sardegna sia dotata di un Piano Sanitario Regionale triennale, con una programmazione adeguata alle reali necessità sanitarie e di tutela della salute, che non sia dettata da esigenze speculative, di profitto e di mercificazione della salute.

Ribadiamo il nostro NO all’autonomia differenziata, che rappresenta un’ulteriore pericolosissima corsa alle privatizzazioni e che incentiva la migrazione sanitaria, la ricerca di cure nelle regioni del nord. Rivendichiamo il diritto ad essere curati in Sardegna senza essere costretti ad andare in Lombardia.

L’insufficienza dei finanziamenti nazionali e le diffuse e crescenti privatizzazioni sono le cause della crisi del SSN e pertanto non possono garantire la qualità e la piena esigibilità delle prestazioni sanitarie.

Rinnoviamo l’appello ai Sindaci dei 377 Comuni della Sardegna per dichiarare lo stato di emergenza sanitaria, dedicare una specifica riunione di Consiglio comunale in difesa della sanità pubblica, discutere e approvare il manifesto di intenti già inviato e proposto a tutti i Comuni dal Coordinamento dei Comitati Sardi per la Sanità Pubblica.

Sarà un’ulteriore tappa di mobilitazione generale e regionale per chiedere interventi e investimenti straordinari in difesa della Sanità Pubblica e del SSN. Ciascuno si domandi: “Se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?”

Chi non difende la Sanità Pubblica è complice di chi la sta distruggendo.

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