Vaccinazioni: ma davvero il caos è ineluttabile?

26 Marzo 2021

[Ottavio Olita]

Immagini che dovrebbero sollevare indignazione e proteste, innanzi tutto da parte del mondo politico. Invece sembra che il gran caos che sta avvenendo in Sardegna con le vaccinazioni anticovid sia una faccenda ineluttabile.

Il solo capogurppo dei Cinquestelle in Consiglio Regionale Michele Ciusa ha lanciato una dura accusa contro disorganizzazione e – peggio – favoritismi nella scelta dei vaccinandi. E mi son chiesto: ma cosa sarebbe avvenuto, a parti invertite, se con un governo regionale di centrosinistra si fosse verificata solo una parte di quanto sta accadendo in questi mesi? Dov’è un fronte dell’opposizione che si schieri dalla parte dei cittadini per affermarne i diritti anche sulla base delle disposizioni ministeriali?

Neppure il monito del Presidente del Consiglio Draghi sul fatto che in molti casi gli ultraottantenni vengono scavalcati per privilegiare altri ha smosso l’inerzia politica. Così può accadere impunemente che i cosiddetti ‘soggetti fragili’ si ammassino – formando inevitabili assembramenti – davanti all’ospedale Brotzu sperando in una fortuita e occasionale sorte favorevole perché non è stata organizzata alcuna forma di prenotazione oppure quella progettata è nella pratica inapplicabile.

Perché gli ultraottantenni di piccoli centri, come Arborea o Valledoria – tanto per fare solo due esempi – hanno prontamente ricevuto la prima dose del vaccino, mentre nelle grandi città non si riesce a capire quando e se i loro coetanei saranno chiamati? E cosa pensare di quanto accaduto ad Oristano dove per una coppia di coniugi di 81 e 88 anni è stata privilegiata la sposa, di età inferiore, mentre per il consorte non c’è alcuna traccia o ipotesi di accesso al vaccino?

E poi. Di fronte alla constatazione che non solo la Sardegna è ultima in Italia per somministrazioni, ma che solo il 74 per cento delle dosi è stato impiegato, la sconcertante risposta del Presidente della Regione è stata che loro si attengono strettamente alle disposizioni, come se nelle altre regioni dove le cose vanno meglio fossero tutti prevaricatori.

Il suo assessore alla sanità non è stato da meno quando ha dichiarato che il passaggio dell’isola da Zona Bianca a Zona Arancione è solo colpa di un algoritmo. Nessuna colpa, di nessuno. Né di chi ha ritenuto che Zona Bianca volesse dire Liberi Tutti, né di chi avrebbe dovuto controllare, probabilmente indotto alla superficialità dall’ineffabile propagandista Truzzu, sindaco, che ha affermato che i ‘cagliaritani si comportano bene’. Tanto bene che le conseguenze si stanno vedendo in questi e nei prossimi giorni con il costante aumento dei casi di positività.

Se leghista chiama leghista viene il sospetto che il modello a cui si ispira la Sardegna sia la Lombardia e che quindi i casini siano simili. Sperando che all’assessore Nieddu o al presidente Solinas non venga in testa di comportarsi come Bertolaso che di fronte ad un’unica domanda postagli da una giornalista di Sky 24 l’ha guardata indignato e le ha voltato le spalle senza dare alcune risposta.

Tutto questo sul fondamento stesso dell’esistenza, la salute dei cittadini. Speriamo che la sollecitazione venuta dal consigliere regionale Michele Ciusa serva da stimolo e che tutta l’opposizione si decida a battere un colpo.

Immagine: Ansa Sardegna

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