Vertenza Energit, ragioni di una protesta

16 Ottobre 2012
Giuliana Perrotti
Energit, la società in cui lavoro dal 2001, è una società attiva nel mercato libero dell’energia elettrica fondata a Cagliari nel 2000 come multiutility, e conta attualmente 62 dipendenti. Nel 2006 la società è stata rilevata dal gruppo Alpiq (allora Atel), importante multinazionale energetica con sede in Svizzera.
La nuova proprietà si presentò con un ambizioso programma che prometteva una crescita esponenziale in termini di numero clienti, energia erogata e fatturato. Presupposti essenziali per il perseguimento di tali obiettivi erano la specializzazione sul solo mercato dell’energia elettrica, l’insediamento di un nuovo management e lo sviluppo di nuove sinergie con il resto del gruppo Alpiq.
La specializzazione venne rapidamente raggiunta attraverso la cessione a Tiscali del ramo di azienda legato al business delle TLC, compresi quattro dipendenti, e l’abbandono di tutte le attività della filiera dell’energia al di là della vendita pura e dell’assistenza al cliente.
L’insediamento del nuovo management portò alla decapitazione del management di Energit, attraverso la sovrapposizione al management locale di personale della casa madre, che trascorreva la maggior parte del tempo a Milano, quando non in Svizzera, piuttosto che a Cagliari.
Le sinergie all’interno del gruppo si svilupparono attraverso la firma di alcuni accordi tra Alpiq Energia Italia e Energit, per l’erogazione da parte della casa madre di una serie di servizi, a partire dalla fornitura all’ingrosso dell’energia elettrica a prezzi non sicuramente di favore e troppo spesso totalmente sbilanciati verso il fornitore dal punto di vista delle manleve, delle responsabilità e dell’operatività stessa che spesso rimaneva comunque in capo a Energit.
A fronte degli ambiziosi obiettivi presentati ogni anno, e mai raggiunti, nessun nuovo investimento è stato programmato e non un singolo euro è stato destinato alla comunicazione, alla promozione del marchio e allo sviluppo della rete di vendita, al fine di affrontare un mercato sempre più competitivo. Anzi, la strategia della casa madre era quella di limitare il più possibile qualsiasi rischio.
Questa politica nel concreto si è tradotta in scelte strategiche spesso incomprensibili, come quella di non entrare nel mercato del gas, andando contro corrente rispetto alle strategie adottate dai competitor attivi nel mercato, o come i vincoli imposti ai nostri venditori sulla taglia massima dei clienti da contrattualizzare, o ancora come l’avversione verso i clienti domestici, quasi potessimo permetterci di scegliere noi la clientela che più ci piaceva, in un mercato, quello del retail (piccole partite iva e clienti domestici),  particolarmente concorrenziale.
Energit è stata in pratica utilizzata come stabilizzatore di rischio dalla casa madre e come un cliente a cui fornire dei servizi, ovviamente a pagamento. Questa logica, seppur legittima a livello imprenditoriale, ha portato Energit all’attuale situazione di difficoltà.
Dal canto suo Alpiq, per far fronte al proprio stato di crisi, ha deciso di attuare un piano di ristrutturazione che prevede la dismissione delle attività non sul territorio Svizzero, a discapito delle altre società del gruppo presenti nel territorio europeo.
Nell’ambito di questo piano, nel mese di febbraio 2012 ci è stato comunicato l’avvio delle trattative per la cessione della società, cessione che deve concretizzarsi entro il 31 dicembre di quest’anno. Al termine del processo di valutazione, conclusosi nel mese di giugno, nessuno dei soggetti che avevano manifestato interesse ha presentato poi un’offerta vincolante. Di conseguenza l’azionista alla data del 26 luglio ha deciso di dichiarare lo scioglimento anticipato della società e l’apertura della procedura per la messa in mobilità di tutti i dipendenti. Da questa data è scattato il conto alla rovescia di 75 giorni previsto dalla procedura, allo scadere del quale scatterà il licenziamento collettivo dei 62 dipendenti. Parallelamente sono rimaste aperte le trattative con nuovi soggetti imprenditoriali per la cessione dell’azienda.
Su un totale di cinque offerte vincolanti per l’acquisto di Energit da parte di altrettanti soggetti industriali, offerte delle quali non ci è stato dato di conoscerne il contenuto, Alpiq ha ritenuto essere aderente ai propri prerequisiti solamente l’offerta presentata da un’azienda siciliana, Onda Energia s.r.l., con la quale è stato avviato un processo di negoziazione in esclusiva. Contemporaneamente, però, l’azienda conferma di aver ricevuto mandato per la liquidazione della società nel caso in cui la trattativa non dovesse andare in porto.
Nel corso di questo periodo è stato coinvolto nel processo di scouting l’Assessorato Regionale all’Industria, che si è impegnato a garantire aiuti per il rilancio dell’azienda e la tutela dei livelli occupazionali nel caso in cui un nuovo soggetto rilevasse Energit. Ma Alpiq non ha mai fornito nessun tipo di informazione dettagliata riguardo alle trattative, né alcuna garanzia certa sul fatto che le offerte al vaglio potessero soddisfare l’unica nostra richiesta, cioè il mantenimento del  posto di lavoro.
Il termine per la conclusione della negoziazione è fissato per mercoledì 17 ottobre, mentre il 19 ottobre scadono i termini per la mobilità.
Ad oggi, 13 ottobre, ancora non si vedono elementi di certezza sulla chiusura della vicenda, e la liquidazione è una possibilità più che concreta. La nostra protesta, che consiste nell’aver istituito un presidio permanente nei locali aziendali, continuerà fino a che Alpiq non fornirà garanzie sulla chiusura della trattative di cessione.
Noi chiediamo ad Alpiq una soluzione concreta e in tempi brevi, sostenuta da un piano industriale che garantisca il riassorbimento di tutto il personale in continuità di rapporto, senza soluzioni quindi che passino per la mobilità, dal momento che in questo caso nessuna garanzia di riassunzione può essere fornita ai lavoratori. Teniamo inoltre a sottolineare che in questi mesi non abbiamo mai smesso di spendere le nostre energie per portare avanti il nostro lavoro e mantenere inalterata l’operatività di Energit: la nostra protesta è stata condotta con grande senso di responsabilità garantendo lo svolgimento quotidiano dell’attività lavorativa, nonostante la situazione di disagio provocata dal “cappio” della procedura di mobilità che pende sul nostro collo e nonostante la latitanza completa del management.

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