Vicini ai lavoratori lontani dalle produzioni belliche di RWM

11 Febbraio 2021

[red]

La nota della Federazione PCI del Sulcis Iglesiente sulla definitiva revoca delle licenze legate alle esportazioni di missili e bombe da aereo verso l’Arabia Saudita, atto dovuto nel rispetto della legge 185 del 1990 e della Costituzione Italiana.

Diversi partiti presenti in Parlamento (tra cui Lega, M5S, PD e FdI), nel corso degli ultimi mesi e anni, hanno proposto provvedimenti per bloccare queste esportazioni, nonostante alcune di queste forze politiche “rivoltino la frittata”, strumentalizzando le preoccupazioni dei lavoratori per scopi elettoralistici.

La Federazione PCI Sulcis Iglesiente ha sempre espresso parere contrario alla presenza della fabbrica di produzioni belliche nel territorio e fa propria la posizione espressa in questi anni dalla CGIL Nazionale e della Rete Italiana per il Disarmo in materia di riconversione delle industrie militari presenti in Italia.

Le produzioni belliche non generano lavoro utile a soddisfare bisogni umani: le produzioni belliche sono solo utili alla guerra e alla distruzione. La Federazione PCI Sulcis Iglesiente è vicina ai lavoratori e lavoratrici, il cui bisogno è avere la garanzia del salario, ma è lontana e contraria alle produzioni belliche. Per tanto, riprendendo la recente intervista della Camusso, ex-segretaria generale della CGIL, respingiamo ogni tentativo di legare il diritto al Lavoro agli interessi di investimento della RWM o di qualsiasi altra industria bellica.

Condividiamo ogni passaggio espresso dalla Camusso nella sua intervista presente nel sito I Confini – Rainews. Relativamente al futuro concreto dei lavoratori che rischiano il posto di lavoro, nel breve termine non ci possono essere soluzioni se gli organismi preposti non attivano misure di ricollocazione e di sostegno al reddito.

Nel lungo termine, esiste un problema serio che riguarda l’esigenza di una adeguata programmazione dello sviluppo economico del territorio e dell’intera Sardegna, esiste un problema serio che riguarda migliaia tra disoccupati, precari e lavoratori in cassa integrazione: il Lavoro.

Inoltre, la pandemia ha gettato la società intera in un baratro di crisi socio-economica di proporzioni mai viste, mettendo a nudo l’inadeguatezza del modello economico che tutela solo il profitto privato delle grandi imprese, degli speculatori e delle multinazionali, non certo i lavoratori e i disoccupati, le piccole imprese, le partite iva e gli autonomi; un sistema economico chiaramente incapace di affrontare i problemi di una società che sta ormai mutando e che richiede maggiore condivisione e partecipazione democratica nelle scelte economiche e politiche. Serve più Stato e meno mercato.

Per ciò che riguarda il territorio confermiamo ancora una volta il nostro comunicato del 08/07/2019, La Riconversione è possibile: Riconvertiamo l’economia del Sulcis Iglesiente. L’attuale fase politica richiede con forza la capacità e l’impegno a studiare ed elaborare prospettive programmatiche concrete, anche in previsione del tanto annunciato massiccio quantitativo di risorse in arrivo di cui si parla in questi mesi.

Su questo occorre essere chiari: le risorse pubbliche non possono e non devono essere mai gestite unilateralmente e da una cerchia ristretta. Occorre dare voce al Lavoro, alle forze sociali e sindacali, ai cittadini e alle cittadine.

Da comunisti non possiamo che ripensare alla proposta di un grande Piano per il Lavoro, quello che già per la CGIL di Di Vittorio e il P.C.I. rappresentò una grande sfida di cambiamento della società.

Già da alcune settimane, come Federazione abbiamo avviato nuova fase programmatica. Per tanto siamo disponibili a confrontarci con le forze politiche, sindacali e culturali, progressiste e democratiche, che condividono le nostre posizioni riguardo alle esigenze del Sulcis Iglesiente.

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