Videoconferenza sul diritto alla salute in Sardegna ai tempi del COVID-19

1 Luglio 2020

 

[red]

La pandemia da COVID-19 ha evidenziato le gravi criticità del servizio sanitario a livello mondiale e ha ulteriormente dimostrato che per difenderci da questa e da possibili future pandemie sono necessari dei forti servizi sanitari pubblici. Per discutere delle prospettive della sanità in Sardegna, Il manifesto sardo, Medicina Democratica Sardegna, con la collaborazione della Rete Sarda difesa Sanità pubblica, organizzano una video conferenza sul tema Il diritto alla salute in Sardegna ai tempi del COVID-19 che si è svolta il primo luglio in diretta dal sito, dalla pagina Facebook e YouTube del manifesto sardo.

Coordina il confronto Roberto Loddo de Il manifesto sardo e partecipano Francesco Carta presidente di Medicina Democratica Sardegna; Claudia Zuncheddu portavoce della Rete Sarda difesa Sanità pubblica e il medico Massimo Dadea. Intervengono il medico Antonello Murgia; Cristina Cimino, assessore ai servizi sociali Comune di San Vero Milis; il giovane medico Luca Ippolito; Carmina Conte consulente nazionale per la comunicazione di Medicina Democratica e AIEA; Sabina Contu dell’AIEA, associazione italiana esposti amianto; Mario Fiumene infermiere, ex coordinatore cure domiciliari e territoriali Regione Sardegna e Fulvio Aurora di Medicina Democratica nazionale.

In Sardegna negli ultimi decenni si è accelerata la tendenza alle privatizzazioni nella sanità grazie alle politiche bipartisan dei vari schieramenti che si sono succeduti nella gestione della Regione.  Crescenti e significativi sono stati gli accreditamenti e i convenzionamenti esterni nella gestione della sanità, come dimostrano i circa 150 milioni a favore del Mater Olbia e l’incremento di ulteriori 100 milioni per la strutture private.

La gestione della pandemia ha accelerato tale tendenza con il ricorso a ben tre strutture private come centri di riferimento COVID-19.  La fase odierna dovrebbe permettere la graduale ripresa delle attività ordinarie, visite specialistiche e prestazioni.  Nella fase 1 tutte le visite non urgenti sono state rinviate a data da destinarsi. Di fatto ancor oggi nella sanità pubblica sono garantite solo le prestazioni urgenti (o a breve), non si accettano prenotazioni per visite relative ai controlli delle malattie croniche e si allungano ulteriormente le liste di attesa, aggravando la situazione precedente l’epidemia. Non esiste un programma per recuperare le viste posticipate e le visite ordinarie attuali.  Ci troviamo in una situazione paradossale dove è possibile rivolgersi alle strutture private che hanno ripreso piena attività, ma non alle strutture pubbliche, in quanto non si accolgono prenotazioni, realizzando un ulteriore grave distanziamento tra la popolazione e il servizio sanitario.

E’ necessario dotarsi di un piano per recuperare visite e prestazioni pregresse e garantire l’accesso   ai malati cronici e oncologici che vivono questa fase in grave sofferenza. Si devono dotare le strutture pubbliche di personale per garantire il Livelli Essenziali di Assistenza (L.E.A.) in tutto il territorio regionale.  Le richieste dopo il lokdown sono aumentate, bisogna incrementare il personale mancante, sostituire quello che va in pensione, va garantito il turnover. Senza un piano immediato di sostegno alla sanità pubblica si aggraverebbe la crisi della stessa. Il crescente ricorso alle strutture private peggiora la situazione: i fondi utilizzati per remunerare le prestazioni private sono sottratti al comparto pubblico, che invece ha necessità di risorse per coprire il personale mancante, le tecnologie e le strutture.

Le decisioni vanno prese immediatamente per garantire il pieno funzionamento della sanità pubblica e saranno determinanti per il futuro dello stesso Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.) in Sardegna. Le sue strutture sanitarie devono essere aperte immediatamente a tutta la popolazione: un ulteriore ritardo determinerà un grave danno economico e di credibilità per in sevizio pubblico a vantaggio evidente e oggettivo vantaggio delle strutture private. Molti studi promossi dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) dimostrano che il servizio pubblico e universalistico è il migliore, in termini di efficienza e di efficacia, per dare risposta alle esigenze di salute delle popolazioni.

In Sardegna abbiamo delle eccellenze nella sanità pubblica che devono essere valorizzate. Va promossa la prevenzione primaria con lo studio e la rimozione delle causa ambientali e sociali; va riorganizzata la medicina territoriale e delle cure primarie, garantita la gestione delle malattie croniche con specifici progetti, al fine di migliorare la qualità della vita e ridurre il ricorso all’ospedalizzazione. Questo è il compito primario della Regione Autonoma Sardegna.

Perché in Sardegna si vuole favorire la sanità privata a scapito della sanità pubblica?

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