Viva la bomba

4 Maggio 2022

[Graziano Pintori]

“Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo all’universo ho ancora dei dubbi”.

L’aforisma è di Albert Einstein che ho trovato scritto, con la mia grafia, su un foglio stretto ad altri fogli con un elastico. Il detto era coerente con delle cifre riportate su quei fogli, esse dimostravano l’infinità della stupidità umana davanti alle guerre, fame, demografia, inquinamento e denaro.

Tra le stupidità relative alle guerre era conservata una pagina del giornale Liberazione, firmata da Massimo Cavallini risalente al 4 novembre 2007, dal titolo: Tibbets, l’uomo che imparò ad amare la bomba e continuò a vivere (e a morire) felice. L’articolo parla della prima bomba atomica sganciata sull’umanità la mattina del 6 agosto 1945 alle ore 08.15 su Hiroshima; per questo terribile gesto la leggenda narra che il pilota dell’aereo si fu suicidato, oppure finì impazzito relegato in un manicomio. Invece no! Paul W. Tibbets visse 92 anni, si congedò dall’esercito americano con il grado di generale conducendo una vita tranquilla, normale, “senza mai perdere un’ora di sonno”, come scrisse su un libro di memorie. L’uomo visse e morì felice.

Simile fu la vita di Charles W. Sweeney, il pilota che sganciò  l’atomica su Nagasaki il 9 agosto 1945. Il libro “The Tibbets memory” racconta che il pilota diede “una sberla nel culo” dopo aver compiuto sui cieli di Hiroshima una virata di 180° e andare in picchiata per 2000 metri, in modo da recuperare il contraccolpo provocato dalla perdita di 10 tonnellate di morte e distruzione. Lo scoppio provocò un flash accecante  grande quanto l’universo,  e la città di Hiroscima iniziò a “friggere in una nuvola di fumo e polvere color porpora, orribile e terribilmente viva; una specie d’inferno, dove le persone bruciavano nella ribollente massa rossastra”.

In quei frangenti Tibbets pensò: “La guerra è finita” e con questa frase si assolse. Di questo il pilota era molto convinto, perché credette al racconto che il presidente Truman diffuse al mondo, ossia che le bombe su Hiroshima e Nagasaki  evitarono una lunga “coda” della guerra ormai già vinta. Il Giappone, infatti, minacciava, nonostante fosse piegato e sconfitto, di combattere fino all’ultimo soldato provocando ulteriori morti e inutili distruzioni, similmente a quanto subì Tokio, qualche tempo prima, in cui si contarono circa 100.000 vittime a causa delle bombe incendiare sganciate durante un attacco aereo. Grazie al ricordo apocalittico delle bombe esplose su Hiroshima e Nagasaki, che provocarono all’istante tra le 150.000 e le 240.000 vittime, furono evitati altri bombardamenti a tappeto, altre guerre mondiali; oppure, se si preferisce, si pose fine alla guerra grazie anche alla forza deterrente del conseguente “equilibrio del terrore”, che congelò ogni prospettiva di guerra globale. Questa verità ufficiale fu quella che accompagnò Tibbets per tutta la vita, una convinzione che gli permise di partecipare nel 1976 a un “Air Show”, in cui primeggiava uno striscione con la scritta “Viva la Bomba!”.

Un’altra verità,  riportata dai documenti usciti dagli archivi di stato, racconta che l’imperatore Hirohito un mese prima della bomba su Hiroshima chiese trattative di pace agli Stati Uniti, per anticipare l’URSS di Stalin in procinto di dichiarare guerra al suo paese, il Giappone, e mettere in atto l’invasione già programmata per il 15 agosto 1945. Respingendo le richieste dell’imperatore giapponese, l’America volle dimostrare, lanciando la bomba su Hiroshima, che non voleva scendere a patti con le pretese espansionistiche dell’Unione Sovietica e, allo stesso tempo, dimostrare al nuovo nemico tutto il potere distruttivo della nuova arma.

Come si diceva Paul W. Tibbets è morto convinto di aver posto fine alla guerra feroce e di aver salvato tante vite umane. In effetti è morto senza rendersi conto che si stava generando un’altra guerra, quella fredda che svanì con la caduta del muro di Berlino, una guerra che ancora oggi si riproduce con le minacce nucleari e la costruzione di nuove e più micidiali bombe termonucleari. Tibbets non si rese conto che l’esplosione atomica su Hiroshima costrinse il mondo a vivere in perenne allarme al massimo grado, e che oggi si vive in un mondo senza pace perché costantemente sotto minaccia di guerre e distruzioni di paesi interi.

Con l’esperienza delle bombe atomiche (oggi quella lanciata su Hiroshima è considerata di basso potenziale) l’umanità vive costantemente l’esperienza di possedere la capacità di rendere la Terra un pianeta morto. Questa nuova terribile realtà il generale Tibbets non la volle conoscere o non la valutò fino in fondo, preferì vivere come il “dottor Stranamore”, noto personaggio del film di Stanley Kubrik, il quale aveva imparato ad amare la Bomba e vivere felice. Oggi, con la guerra in corso in Ucraina e in altre decine di guerre, parafrasando Kubrik, ritorna più forte l’incubo della Bomba, con la quale siamo costretti a conviverci pur  non amandola. Per questo, all’ombra di questa paura, su questo pianeta non riusciremo a essere felici. 

Foto Ansa

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