Vogliamo una scuola a regola d’arte

16 Settembre 2016
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Red

Pubblichiamo la lettera aperta delle studentesse e degli studenti del Liceo Artistico a Musicale di Cagliari inviata alle istituzioni e alla stampa sarda.

Siamo gli ottocentocinquanta studenti del Liceo Artistico a Musicale di Cagliari e chiediamo che le autorità competenti prestino attenzione alle nostre legittime richieste.

Dopo sessant’anni di nomadismo da un quartiere all’altro della città e dei suoi dintorni, rivendichiamo il diritto di vederci finalmente assegnata una sede che sia pensata, costruita, o quantomeno adattata in funzione delle nostre esigenze. Non chiediamo la luna, ma una scuola dotata di una quantità di aule adeguata al nostro numero crescente, di una palestra agibile, di un’aula magna, di laboratori. Perché siamo stanchi di dipingere nei corridoi, di scolpire nel cortile, di ascoltare a fatica le lezioni in ambienti in cui le voci rimbombano e l’attenzione si disperde. Non siamo più disposti a organizzare le nostre assemblee all’aperto e a seguire le lezioni di Scienze Motorie dentro un’aula o in un parco pubblico.

Come ogni altro studente, abbiamo bisogno di una sede attrezzata, capiente e accogliente, in cui riconoscerci e sentirci a casa. Una scuola che sia, finalmente, “nostra”, stabilmente, anno dopo anno, a maggior ragione perché moltissimi fra noi sono pendolari che trascorrono buona parte della giornata su un treno, un pullman o nella sala d’aspetto di una stazione e di precarietà ne hanno fin sopra i capelli. Oltre a questo, riteniamo fondamentale che chi da anni ci obbliga a giocare ai quattro cantoni da una sede all’altra tenga conto delle difficoltà legate alle particolari esigenze dei nostri numerosi compagni disabili, per i quali l’adattamento a nuovi percorsi, nuovi spazi, nuove abitudini può essere doloroso e traumatico.

Questa scuola la chiediamo in città, non in periferia, poiché la nostra sede di p.zza Martiri delle Foibe, quella nella quale finalmente riusciamo a riconoscerci con senso di appartenenza, anche una volta conclusi i lavori di ristrutturazione, avrà comunque un numero insufficiente di aule, non sarà dotata di tutti i laboratori necessari, né della palestra, né dell’aula magna e potrà accogliere solo una minoranza della nostra popolazione scolastica. Non è pensabile che la maggior parte di noi debba frequentare fra Pirri e Monserrato, non solo per i problemi legati agli orari e all’inaffidabilità dei trasporti pubblici, ma soprattutto perché siamo studenti del Liceo Artistico e Musicale di Cagliari e difendiamo la specificità del corso di studi che abbiamo scelto. Le nostre attività sono strettamente interconnesse con la vita metropolitana: musei, gallerie, teatri, monumenti sono per noi luoghi di lavoro e di studio al pari delle aule e dei laboratori, non possiamo accettare di essere esiliati in periferia, lontani e separati dal centro storico della città.

Oggi ci rivolgiamo a chi, pur essendo al corrente da svariati mesi della carenza di aule e strutture del nostro Liceo, non ha provveduto tempestivamente a trovare una soluzione adeguata. A queste persone chiediamo per quale ragione siamo costretti a seguire un orario delle lezioni dimezzato, mentre nelle altre scuole viene svolta un’attività regolare; per quale ragione la sede che ci è stata assegnata – ad anno scolastico iniziato e fuori città – non è stata approntata per tempo; per quale ragione non si tiene minimamente conto dei disagi di natura logistica ed economica a cui veniamo sottoposti, insieme alle nostre famiglie.

Ci è veramente difficile accettare che proprio coloro che hanno il compito e la responsabilità di gestire gli spazi pubblici destinati alla scuola possano ignorare le ripercussioni negative che tanta indifferenza e disorganizzazione avranno sul nostro rendimento scolastico e, di conseguenza, sul nostro futuro. Improvvisamente, ci troviamo in una situazione di emergenza, impensabile solo un anno fa: ci aspettiamo che chi l’ha provocata la risolva con competenza e lungimiranza. Abbiamo bisogno di sapere adesso quali provvedimenti verranno presi per garantirci una sede adeguata e duratura, così che gli studenti iscritti nelle prime classi sappiano dove si diplomeranno fra cinque anni, perché i docenti che si occupano dell’attività di orientamento – e che fra pochi mesi inizieranno a visitare le scuole medie per presentare il nostro corso di studi – dovranno fornire alle famiglie dei dati certi circa le sedi in cui i loro figli dovranno frequentare.

Noi allievi del Liceo Artistico Foiso Fois non accettiamo di essere trattati come inquilini abusivi, numeri, pacchi postali. Chiediamo risposte, impegni, garanzie, per quest’anno scolastico e per quelli a venire. Siamo stanchi di sacrifici, di traslochi e rotazioni. Non siamo disposti ad accettare come definitiva un’altra sede decentrata, disagiata, che aggraverà le difficoltà di tutti noi, in particolare dei tanti pendolari e disabili.

Come studenti, rivendichiamo il nostro diritto allo studio, il nostro diritto di avere le stesse opportunità di ogni altro studente, il nostro diritto di avere dei diritti.

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