Non voto

16 Maggio 2014
matita-spezzata
Silvana Bartoli

La nostra compagna Silvana Bartoli non andrà a votare. Lo dice in modo netto nell’articolo che pubblichiamo. È delusa dalle pieghe che ha preso la politica e dalle compromissioni dei suoi rappresentanti. È del tutto comprensibile il suo stato d’animo, lo è anche il giudizio severo che esprime. Noi non condividiamo la sua scelta del non voto sebbene siamo d’accordo con le valutazioni che fa. Riteniamo che anche nelle situazioni più difficili sia opportuno schierarsi: il quadro politico che abbiamo non è quello che vorremmo però è ancora possibile impegnarsi per cambiare la realtà. Tra le forze politiche che affrontano le elezioni c’è anche chi può avere la nostra fiducia. Possiamo dargliela accompagnandola con un impegno sociale più determinato. (red)

Non andrò a votare. Lo scrivo col cuore pesante: so bene quante lacrime e quanto sangue è costato il diritto di voto ma credo che, nell’Italia di oggi, votare significhi soltanto rendersi complici del sistema di spartizione del malaffare che domina incontrastato a destra e a sinistra, sicché ha ragione chi afferma che si tratta di una distinzione di campo ormai superata.
Non andrò a votare. Il numero degli indagati, o addirittura condannati presenti nelle varie liste, dimostra che candidarsi è soltanto un mezzo utilizzato per fregare la giustizia.
Ho guardato con molta simpatia e speranza la novità Tsipras ma Vendola nelle sue file è un pessimo segnale di continuità: il governatore della Puglia ha dimostrato di avere una faccia pubblica e una affettuosamente privata per i malfattori dell’ILVA.
Si resta senza parole davanti a persone il cui curriculum giudiziario non permetterebbe di presentare domanda come operatore ecologico mentre coloro che abbiamo mandato in parlamento gli hanno affidato l’ENI, tanto per limitarsi a un esempio.
Infine lo scandalo dell’Expo dimostra che tutti / tutte coloro che abbiamo votato negli ultimi 20 anni non sono stati in grado di cambiare nulla del marcio di “tangentopoli”, i responsabili delle truffe di allora continuano a gestire gli appalti di oggi: chi li messi lì?
So bene che in democrazia il voto è lo strumento più efficace per orientare l’azione dei rappresentanti del popolo, ma qui da noi è ormai soltanto l’avallo per giustificare tutto ciò che gli ELETTI combinano. Un delinquente certificato da tre gradi di giudizio per aver frodato l’Italia intera, tuona contro la condanna, ingiusta dice, avendo lui ricevuto milioni di voti: il voto di tanti è diventato la giustificazione per frodare tutti.
Un condannato sta condizionando governo e campagna elettorale e nessuno di quelli che abbiamo mandato in parlamento è capace di opporsi, magari dimettendosi per protesta. La dimissione massiccia di un centinaio di deputati o di senatori sarebbe già un segnale ma c’è qualcuno tra loro disposto a rinunciare a uno stipendio che continua ad essere esagerato nonostante la situazione del Paese? Sembra proprio di no. E molti di loro ora si presentano per il Parlamento Europeo: dipende dal nostro voto permettere questo passaggio vantaggioso soltanto per loro.
Visto ciò che hanno combinato qui, credo che un rifiuto massiccio del voto sia l’unica forma di protesta per ricordare, a chi ha tradito il dovere di rappresentanza, che non siamo più disposti a consegnare il voto come delega in bianco.
Un voto per abitudine permette a personaggi come Frigerio o Greganti di continuare ad essere in parlamento o in un partito; quanti altri simili hanno tratto vantaggio dalla nostra abitudine distratta?
Un rifiuto massiccio del voto è l’unico modo per riaffermare la responsabilità personale degli elettori e dire un “no” pubblico a chi fatto strame del diritto/dovere cardine degli stati democratici.
E alla fine mi chiedo se ho scritto solo per dichiarare la mia incapacità a sopportare oltre, o nella speranza che qualcuno sappia dimostrarmi ancora l’utilità del voto.

2 Commenti a “Non voto”

  1. Bachisio Lepori scrive:

    Faresti il loro gioco: bisogna SEMPRE andare a votare e bisogna SEMPRE farlo con consapevolezza. Ritieni che anche L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS sia inquinata (p.e. da Vendola)? Bene: vero o non vero puoi esprimere TRE preferenze selezionando per bene i nomi: io p.e. ne avrei individuato più di tre che mi sembra abbiano le carte in regola per quello che sono e per quello che sono stati.
    Il non voto inteso come “NO” pubblico è quanto di più inefficace possa esprimere l’elettore. La responsabilità l’elettore se l’assume esprimendo il suo voto (che non sia una scheda in bianco).
    Non sono bravo con le citazioni, ma un certo Gramsci disse qualcosa di non banale sulla necessità di schierarsi.
    Un saluto e un caldissimo invito a schierarti.
    Bachisio

  2. Gavino Dettori scrive:

    Sono ormai molti i compagni che stanno passando nel partito del “non voto”.Un tempo era impossibile pensarlo, perchè l’espressione del voto,a sinistra,era considerato l’ultimo impegno nell’esercizio della militanza, ma oggi,non credo che nessuno sia passato indenne dalla tentazione. Io credo di salvarmi pensando che non potrò mai rinunciare ai valori della sinistra,benchè alcuni, anche di sinistra l’abbiano infangata.Quei valori restano cristallini e resistenti al tempo ed al comportamento delle persone, e spero che ci sia sempre qualcuno che li potrà difendere onestamente.Ho poi pensato che l’esercito dei non votanti è composto di gente comune, non abbiente, che se effettivamente votassero “bene”, contro quelli per i quali protestano, la politica cambierebbe.Bisognerebbe sgomberare la mente dal luogo comune di ” tutti uguali tutti disonesti”,perchè di onesti ce ne sono, e quelli dobbiamo scegliere.Per questo è prevalente in me l’altra opzione del diritto: quella del DIRITTO AL VOTO,anche perchè se non lo esercitamo,deleghiamo qualcun’altro ad esercitarlo per noi…. Qualsiasi cambiamento democratico non potrà avvenire se non con il voto libero.Nel regime fascista si veniva costretti ad esercitare il voto per dare parvenza di sostegno al regime.Poi,non mi è mai capitato di sentire di quelli che fanno parte della classe dominante, manifestare l’intenzione di rinunciare al voto.Certo quelli hanno sempre dominato e governato,e aspirano nella continuità,con il nostro disimpegno.

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