Alghero si vota

16 Gennaio 2012

Red

Hanno un’importanza davvero speciale le prossime elezioni comunali di Alghero. La posta in palio è altissima e non mancano certamente i riflessi nazionali. Il centro-sinistra appare favorito nella sfida, ma il quadro politico è in movimento, anzi in sommovimento. Se vogliamo, in tono con le classiche turbolenze di vento e mare della città sardo-catalana.
La giunta di destra guidata da Marco Tedde si è dimessa per le contraddizioni e gli interessi in qualche modo simbolizzati dalla storia senza fine del Piano Urbanistico Comunale. Dimissioni che non hanno certo turbato gli algheresi, non troppo fidelizzati al grigio tran tran del sindaco PdL, e tanto meno il radicato antifascismo della città che da anni attacca – guidata dal giovane e combattivo capogruppo dell’opposizione Valdo Di Nolfo – le imbarazzanti posizioni del sindaco (dal divieto di eseguire Bella Ciao impartito alla Banda comunale, al grave inserimento nella lapide dei caduti della seconda guerra mondiale, con relativa commemorazione nel 25 aprile, dei fascisti della Repubblica di Salò).
Il centro-sinistra non ha ancora un suo candidato. Il PD dilata i tempi delle cosiddette primarie di coalizione pencolando fra alleanze a sinistra ‘ma anche’ con i centristi cattolici, non senza occhieggiare al Terzo Polo (la tendenza nazionale, in questo senso, sembra consolidarsi). Come nell’altro grande centro turistico della Sardegna settentrionale, Olbia.
A sinistra si è avviato un vivace movimento civico aggregato attorno ad “Alghero Bene Comune”, e successivamente nel cosiddetto gruppo del Buon Governo, animato da Arnaldo ‘Bibo’ Cecchini e al quale hanno dato l’adesione anche forze politiche a sinistra come Alghero Viva, FdS – PdCI, IdV, IRS, SEL. Da questo gruppo, in rapida successione, sono emersi tre candidati.
Due donne: la prima l’avvocata Maria Graziella Serra, in qualche modo riferibile all’area SEL. Che però appoggia ufficialmente la seconda, Rosa Accardo, assistente sociale (già assessore ai tempi della giunta di Carlo Sechi e appoggiata da tutte le forze politiche del centro sinistra: Alghero Viva, FdS – PdCI, IdV, IRS, SEL, naturalmente extra PD). Infine Valdo Di Nolfo, già citato capogruppo comunale di Alghero Viva (anch’essa però convergente su Rosa Accardo), compagno molto presente e attivo nei movimenti, nonchè presidente della locale sezione dell’A.N.P.I. Corre però voce che ritirerà la sua candidatura.
Persone molto valide e rispettate, tre risorse diverse che sono espressione della ricchezza politica della sinistra, ma anche delle sue differenti anime, talora molto vicine, talora in (non sempre comprensibile) contraddizione, o chiuse in una contrapposizione non sempre realistica fra partiti e movimenti. Dove però le pratiche di movimento non riescono ad affermarsi e sembrano in ogni caso governate da correnti di minoranza e gruppi di maggioranza della politica.
Ora si dice che il problema sia quello di sintetizzare in una queste tre candidature, per poter competere nelle primarie di coalizione, strumento ormai classico anche se assai discutibile sul versante della piena espressione democratica. Perché questo meccanismo delle primarie, per quanto concerne la democrazia reale e i programmi, mostra seri limiti: la discussione su contenuti e lo schierarsi su di essi va spesso in secondo piano rispetto ai nomi ed alla relativa, pur importante, immagine-simbolo (un imprenditore democratico, una donna, un giovane di movimento etc.).
La scelta rischia di essere a maggioranza fra la somma dei singoli rappresentanti di gruppi e partiti. Preferiremmo primarie che dicessero: indisponibilità alla privatizzazione dei beni comuni, piena occupazione, piena integrazione, tutela del paesaggio, vero sviluppo sostenibile. E su questi elementi di programma vedere le adesioni e conseguentemente scegliere i nomi. Il regno dell’utopia?
La posta in palio, come dicevamo, è molto alta. Concerne il modello di sviluppo (alcuni dicono ‘di decrescita’) possibile in un territorio dai forti valori culturali e paesaggistici: un grande patrimonio archeologico, una costa variegata e di alto pregio, un centro storico bellissimo. Assieme, la presenza di forze speculative che attraversano le ‘aree’ centrali dei diversi schieramenti. A fronte, un settore turistico di forte potenzialità, ma che certo non ha vissuto momenti felici in questi anni di centro-destra: curiosa sorte di questa e di altre città costiere, riserve di voti della destra alle ultime elezioni regionali, proprio per la preferenza ai sicuri approdi speculativi del cemento garantiti dai suoi uomini. Eppure una destra incapace di strategie positive per la città, l’occupazione, l’economia.
Ma non va affatto trascurata la grande questione, sempre più insopprimibile, della partecipazione democratica: in questo in ogni caso la sinistra produce dinamismi comunque positivi e del tutto assenti a destra (si veda, in altro luogo e presentato in questo numero, l’interessante tentativo di De Magistris). Un ritorno ad Alghero del centro sinistra potrebbe quindi essere un segno fortemente innovativo, ma, al di là delle modalità selettive, soprattutto se il programma dello stesso riuscisse ad esprimersi con nettezza sulle modalità di gestione della città. Modalità che ruotano attorno a come definire il vero modello alternativo possibile alla monocultura del turismo di elite prevalente ad Olbia: monocultura di fatto, a suo tempo, non estranea allo stesso padre del PPR innovativo del centro sinistra, Renato Soru, come nelle scelte per La Maddalena.
Probabilmente, allo stato attuale le primarie rappresentano la mediazione più efficace possibile per trovare una candidatura vincente nel centro-sinistra.
Si invocano, da ultimo, le esperienze di Milano e Napoli. In Sardegna Cagliari (ma non dobbiamo dimenticare Olbia, dove il PD – e di fatto anche SEL – ha scelto di governare con il Terzo Polo).
Le primarie sembrano utili soprattutto per tentare di aprire contraddizioni nel PD, contenere la sua forte e progressiva direzione verso il centro, portando la sua massa d’urto (senza la quale è certamente difficile sconfiggere il centro destra) verso eventuali candidati di sinistra.
Speriamo che prevalga un candidato in grado di operare – ben sapendo che Alghero è un territorio spinoso e molto difficile – politiche di sinistra.
Che la sinistra non si perda nell’ansia di affermare il proprio vincitore presumendo – sarebbe più prudente non farlo – che i sondaggi che ripetutamente indicano la sconfitta del centro-destra siano affidabili.
Che almeno i candidati – più che elidersi in una mediazione di vertice – si confrontino pubblicamente e non superficialmente sui temi, dando la possibilità ai cittadini progressisti di fare una scelta conseguente. E che arrivi un segno che ci permetta di sperare.

1 Commento a “Alghero si vota”

  1. Marcello Madau scrive:

    Nel redazionale qua sopra riferiamo della voce, effettivamente corsa e riportata da autorevoli esponenti della mobilitazione politica algherese, su un possibile ritiro della candidatura da parte di Valdo di Nolfo. Tale voce va però considerata solo come tale, e non rappresenta, da quanto abbiamo successivamente appreso, una scelta di Valdo. Ci sembra opportuno dare questa puntualizzazione per evitare fraintendimenti o strumentalizzazioni di alcun genere. Naturalmente resta il problema della eventuale definizione di una candidatura unitaria della sinistra per affrontare, nelle primarie di coalizione, il candidato PD, soprattutto nel caso esso sia in qualche modo espressione di poteri forti.

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