Voto nucleare

13 Maggio 2011

Red

Si percepisce nell’aria che questa è una fase molto delicata, attraversata com’è da un attacco generale alla legalità democratica da parte del governo, da una crisi assai profonda nel tessuto sociale della Sardegna.
Elezioni che si esprimono in molti centri dell’isola e simbolicamente in tre come Cagliari, Olbia e Carbonia: il contrasto fra un modello di urbanistica basato sulla speculazione che prevale da tempo su quello basato sullo sviluppo sostenibile, e una città erede della classe operaia della miniera.
C’è una crisi profonda che attraversa anche gli schieramenti politici. Nessuno ne è indenne: il centro-destra al governo diviso ad Olbia, nelle frazioni cagliaritane, nel nuovo apparire di Futuro e Libertà. L’indipendentismo, da un PSdAZ variamente configurato (lo scontro dei sardisti di Olbia con Maninchedda è frontale) ad IRS, che subisce la frattura espressione di ProgRes (attenti, non nazionalisti, progressisti, con interessanti idee su Cagliari, che si presentano da soli) e si aggrega con le altre forze indipendentiste, in un’unità che include persino la grottesca Repubrica di Malu Entu.
Crisi, pur con alcuni segni di ripresa (soprattutto nei movimenti) anche a sinistra. A Cagliari le primarie non sono sfuggite alla morsa dei blocchi di potere del PD, ma la speranza è di togliere la città alla monocultura speculativa che ha prodotto il sacco di Tuvixeddu, la crisi delle periferie e la rovina dell’Anfiteatro romano.
Massimo Zedda di ‘SeL’ viene appoggiato, oltre che dal suo partito, da diverse formazioni del centrosinistra, tra le quali il PD (che lo ha scelto nelle primarie) e la federazione della Sinistra (Rifondazione e Comunisti italiani). Ad Olbia Rifondazione e Comunisti italiani scelgono di appoggiare la lista di Cristina Dessole (vedi l’articolo Lo strano caso di Olbia), e SeL sostiene assieme a PD e parte del centro-destra l’ex-sindaco di destra Giovannelli, ribellatosi al potere di Berlusconi e del suo Settimo Nizzi. Un laboratorio legalitario, sembra l’idea di Massimo D’Alema.
Ma Giovannelli si è incaricato di dire in Tv che ad Olbia non c’è alcun laboratorio. E infatti non è emersa alcuna idea di sinistra nei programmi: l’unica ad averla espressa, auspicando la fine della malattia cementificatrice e della valorizzazione dei ‘vuoti’ urbani con una politica di verde e parco pubblico è stata proprio Cristina Dessole, alla quale (con tutti gli altri candidati del centro-sinistra e della sinistra in queste amministrative sarde) vanno i nostri auguri.
Ma non dimentichiamo che sono elezioni attraversate dal referendum consultivo sul nucleare: in realtà assente dalle televisioni. Occhio al 33%!!
Il centro-destra sardo dice di votare sì, ma non va oltre a dichiarazioni che, pur importanti, non penetrano nella società, nei media, nelle piazze, dove è nella realtà assente. Così si copre localmente con opportunismo, preoccupato dall’opinione comune antinucleare; nello stesso tempo spera presumibilmente di far naufragare sia il referendum consultivo sia quello nazionale.
Una ragione in più per partecipare al voto, dire un sì contro il nucleare e punire anche il centro-destra sardo, che esprime la sua parte più ‘sincera’ sul nucleare nel rifiuto di Settimo Nizzi di rendere pubblica la sua scelta.

1 Commento a “Voto nucleare”

  1. Red scrive:

    Quasi il 29% alle 19, questo il dato regionale del referendum contro centrali nucleari e allocazione scorie radioattive in Sardegna. Vedi a questo collegamento:
    http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_5_20110515205346.pdf

    Carbonia-Iglesias già oltre il quorum. Non è un cattivo dato, fa sperare nel superamento del 33%. Ma ora bisogna dare il massimo, rendere più forte possibile il pronunciamernto.

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