A che cosa serve un’isola se non per isolare

7 Novembre 2009

PARCO DELL'ASINARA

Marco Ligas

Ci risiamo: dopo aver ospitato negli anni di piombo detenuti importanti e dopo essere diventata Parco Nazionale, l’isola dell’Asinara è di nuovo oggetto di attenzione da parte del governo. Il Ministro dell’interno Maroni vorrebbe riaprire le supercarceri. La scelta, dice, rientra nella strategia dei circuiti penitenziari differenziati.
E dove trovare le strutture che abbiano una vocazione specifica nella custodia dei detenuti speciali, come quelli del 41bis? In Sardegna naturalmente, regione dalle molteplici capacità ricettive.
Quale altra regione del nostro paese mostra attitudini speciali nella concessione/sottrazione di ampie superfici per ospitare le basi militari a tutela della sicurezza della nazione?
O nel riservare lunghi tratti delle sue coste alle vacanze delle nostre classi dirigenti bisognose, dopo estenuanti periodi lavorativi, di meritati riposi?
E dove ancora è consentito a imprenditori, incapaci persino di far funzionare le loro aziende secondo le normali regole della conduzione capitalistica, l’insediamento di strutture industriali che provocano l’alterazione irreversibile del paesaggio o, peggio, causano malattie mortali ai lavoratori?
Che male c’è dunque se un’area protetta viene usata nuovamente per ospitare supercarceri: se non altro si rafforzano ulteriormente quei processi di sicurezza di cui nel nostro paese c’è tanto bisogno, e tutto ciò non comporta neppure alcun degrado ambientale! E poi, continua il Ministro, “a che cosa serve un’isola se non per isolare”! Chissà che non glie l’abbiano suggerito i leghisti della sezione di Trinità d’Agultu.
Il governo – dice categorico il nostro Ministro – non si farà intimidire da alcuna minaccia e andrà avanti nel contrasto alla mafia con il piano straordinario di lotta contro il crimine organizzato.
Quando Maroni parla di intimidazioni chissà se si riferisce al presidente della commissione antimafia Beppe Pisanu che ha dichiarato che non permetterà che la Sardegna diventi una pattumiera.
Noi non riteniamo che i malfattori debbano restare impuniti. Pensiamo che la nostra Costituzione sia chiara in proposito e ne condividiamo l’ispirazione e il contenuto. Ma proprio per queste ragioni ci chiediamo perché solo la nostra isola debba diventare luogo di detenzione e rieducazione. Non vogliamo neppure alimentare conflittualità tra regioni ma non possiamo non ricordare al Ministro Maroni che potrebbe prendere in considerazione anche la sua Padania quando pensa alla custodia dei detenuti speciali, se non altro per rispettare un principio di equilibrio.
Tutto ciò ci fa pensare ancora a volta che si stiano facendo prove generali sulla pazienza dei sardi in vista della localizzazione delle centrali nucleari. Apprezziamo perciò l’intervento del Senatore Pisanu e ci auguriamo che lo ripeta anche sul nucleare. Al tempo stesso però riteniamo che sia indispensabile un maggiore impegno di tutte le forze democratiche per sconfiggere questo disegno. Oggi questo coinvolgimento è ancora debole.

1 Commento a “A che cosa serve un’isola se non per isolare”

  1. Benedetto Sechi scrive:

    In realtà chi conosce l’Asinara, nella sua dimensione di Parco Nazionale, sa che essa è una sorta di grande condominio: ministeri, enti regionali, capitaneria, polizia, carabinieri, sono ben presenti sull’isola anche se non hanno nulla a che fare con il parco. La comunità del parco, in primis i cittadini di Porto Torres, che hanno fatto una lunga battaglia per sottrarla alla servitù carceraria, non sentono di appartenere a quel territorio, ne che questo gli appartenga. Fintanto che l’isola, pur restando Area Protetta, non sarà riportata all’origine: abitata d una piccola comunità di pescatori, allevatori e operatori del Parco, sarà sempre soggetta ai cosidetti “usi governativi”.
    Attualmente i vincoli abitativi sono un fatto discrezionale del sistema ente parco, che invece consente a decine di persone di occupare immobili, pur senza averne titolo, clientele di ogni genere si consumano sull’isola.
    Non credo che realmente il Ministero di Giustizia reinsedierà il carcere, ma per il solo motivo che la gestione di un detenuto, all’Asinara, costa il triplo, rispetto ad un carcere sulla terraferma. Allora perchè periodicamente il problema viene sollevato? Semplicemente per riaffermare il diritto di proprietà e far valere gli “usi governativi”. Tutte le strutture carcerarie sono state poste nella disponibilità della Conservatoria delle Coste. Tutte tranne il villaggetto di Campo Faro, luogo nel quale i funzionari ministeriali trascorrevano le vacanze ai tempi di Cardullo e dei suoi successori.

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