Bologna la rossa

28 Febbraio 2012

Circolo del manifesto ‘Sardegna’

L’incontro bolognese dei circoli svoltosi il 25 febbraio scorso e’ stato un incontro affollato, bello, senza peli sulla lingua. Così sintetizzabile: salvare ‘il manifesto’ con nuove idee e la possibilità di un forte rinnovamento. Sperimentare l’idea di costruire una proprietà collettiva dei compagni fortemente basata sull’azione dei circoli territoriali.
In questo collegamento troverete i contributi dei compagni padovani e quello da noi elaborato per l’incontro.
Nel numero che sarà on line dal primo marzo ne parleremo approfonditamente. Intanto inseriamo un primo commento di Loris Campetti sullo straordinario ‘incontro’ bolognese di ieri dei circoli de ‘il manifesto’.
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Loris Campetti

I «CIRCOLI» IN ASSEMBLEA
Come far nascere e crescere un caso politico

BOLOGNA. L’agenda degli impegni in teoria è semplice: organizzare cene, incontri, feste per sensibilizzare all’acquisto puntuale del giornale e fare abbonamenti. Più complicato fare nascere e crescere un vero e proprio «caso politico» sul destino del quotidiano comunista. E potrebbe anche non servire, al pari di un eventuale reintegro di una parte dei fondi per l’editoria. «Perché il manifesto non andrà avanti comunque – spiega Loris Campetti – se non saremo in grado di ricostruire una proprietà collettiva del giornale». Una proprietà che non è solo di chi lo produce, ma anche di chi lo tiene in piedi. Per primi i circoli del manifesto, che si ritrovano a Bologna per un’affollata assemblea, alla vigilia dell’arrivo in via Bargoni dei commissari liquidatori.
Con grande attenzione, un centinaio di delegati arrivati sotto le due torri da mezza Italia ascoltano i numeri di una crisi che in sintesi può essere riassunta così: se il manifesto non arriverà a vendere in edicola almeno 25mila copie, con in parallelo 4-5mila abbonati, gli incassi non basteranno a coprire le spese. E anche l’esercizio provvisorio che sta per iniziare, e che permetterà l’uscita del giornale nonostante la liquidazione amministrativa, potrebbe non risolvere la crisi di un quotidiano unico in Europa. I circoli sono pronti a fare la loro parte. Quello di Bologna dà l’esempio, organizzando (bene) l’apprezzata iniziativa, e vendendo un centinaio di copie del giornale in poco più di un’ora. I tanti amici del manifesto vogliono avere più voce in capitolo, con la sacrosanta richiesta di una compartecipazione ai destini del giornale. Non solo ideale, anche pratica. Specialmente sul web, ideale terreno di azione per dare quelle notizie territoriali scomode che possono essere poi approfondite e diventare la base di quelle inchieste che, non da oggi, rappresentano il cuore di ogni quotidiano che si rispetti. Nel giornale di martedì daremo conto del vivacissimo dibattito di Bologna.

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