Care candidate e cari candidati, impegnatevi a favore dei diritti umani delle persone detenute

28 Agosto 2022

[Roberto Loddo]

Il carcere è diventato un luogo di morte e sofferenza a causa del forte sovraffollamento della popolazione detenuta e delle condizioni di invivibilità. Un luogo in cui i principi della Costituzione italiana e della Convenzione europea sono calpestati quotidianamente. Nei primi 8 mesi del 2022 sono stati 57 i detenuti che si sono tolti la vita nelle carceri. Ad agosto sono stati 14 i detenuti suicidi, più di uno ogni due giorni. Sono state 57 le persone suicidate in carcere in tutto il 2021.

Il manifesto sardo lancia un appello a tutte le candidate e tutti i candidati alle elezioni politiche del 25 settembre. Vogliamo sensibilizzare le elette e gli eletti della Sardegna nel nuovo parlamento al rispetto dell’articolo 27 della Costituzione e al sostegno dei diritti umani, civili e sociali delle persone detenute nelle carceri della Sardegna, tra le poche regioni a non avere ancora nominato un garante regionale dei diritti delle persone private della libertà personale.

Chiediamo ad ogni eletta ed eletto nel nuovo parlamento di:

Impegnarsi a visitare almeno una volta al mese le carceri della Sardegna. Attraverso la loro funzione di sindacato ispettivo chiediamo ai parlamentari di monitorare le condizioni di vita delle detenute e dei detenuti e le condizioni di lavoro del personale con una visita mensile e dei report pubblici che indichino le criticità di ogni istituto di pena a partire dalle condizioni dei detenuti fragili con dipendenza, con patologie infettive e con esperienze di salute mentale.

Sollecitare l’approvazione di provvedimenti funzionali all’aumento dei contatti e dell’affettività dei detenuti con i familiari. Provvedimenti che prevedano un aumento dei colloqui in presenza e delle concessioni dei trasferimenti richiesti dai detenuti per l’avvicinamento alla famiglia e per motivi di studio e di lavoro e la liberalizzazione delle telefonate e delle videotelefonate dei detenuti come indicato dalla campagna lanciata dall’associazione Antigone Una telefonata allunga la vita.

Approvare provvedimenti funzionali alla riduzione della popolazione detenuta e sollecitare una riforma dell’esecuzione penale della giustizia in linea con lo stato di diritto e le garanzie costituzionali che possa migliorare la qualità della vita e porre fine ai trattamenti disumani e degradanti.

Nell’immagine il carcere a Nuoro di Badu ‘e Carros

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