Caro Manifesto Sardo

1 Novembre 2007

Lettera di Elio Pillai – Rifondazione Comunista

Nessuno si può appropriare dello scarso risultato dei partecipanti al voto e sostenere che chi non è andato a votare è per il SI. Il referendum poneva due quesiti, chi voleva la legge statutaria votata dalla maggioranza del consiglio regionale avrebbe dovuto votare SI, e chi non la voleva avrebbe dovuto votare NO. Il comitato per il SI, avrebbe dovuto fare la campagna referendaria invitando gli elettori a disertare le urne, solo così oggi poteva vantare una possibile vittoria. Ora come si fa a ritenere che ha vinto il SI se la maggioranza dei votanti si è espressa per il NO? Questo risultato, tra l’altro, demolisce la teoria di chi sosteneva che chi votava NO è di destra e contro Soru, e chi votava SI è di sinistra e per il progresso. Chiediamoci come mai la destra non è andata a votare, non sarà certo per fare un favore a Soru. Nel seggio dove ho votato io votano eminenti rappresentati della destra cagliaritana… ma che strano, non sono venuti neanche a fare finta di votare. Considero la scarsa partecipazione a questo importante referendum una sconfitta per la sinistra, è una spia che segna un malessere diffuso, segnala disinteresse dalla politica e non è un caso che la destra vince sempre le sue competizioni elettorali quando c’è una flessione nella partecipazione al voto. Detto questo rivendico al “comitato statutaria no grazie” l’impegno e il lavoro che abbiamo svolto per far conoscere le nostre ragioni del no, con pochi mezzi finanziari, ma con decine di riunioni in tutto il territorio regionale. Rivendico il lavoro di decine di donne e uomini di amici e compagni di aree politiche diverse che vanno dalla sinistra, ai movimenti, all’area sardista e indipendentista e di persone senza appartenenza. Ci siamo mobilitati perchè non abbiamo esitato a considerare la statutaria una legge autoritaria. “Una legge discussa e votata in due mesi dal popolo sardo, attraverso i propri rappresentanti in consiglio regionale”, cosi spiegava e invitava l’elettorato a votare SI al referendum il “comitato per il si”. Per la verità il popolo sardo non ne sapeva nulla, non sapeva dell’esistenza di questa legge; siamo davvero di fronte a una vera e propria mistificazione, ritenere che chi ha disertato le urne abbia espresso consenso alla legge, anziché prendere onestamente atto che il non voto è una dichiarazione di ignoranza della legge. Abbiamo dato indicazione di votare NO perché eravamo e siamo convinti che si potesse fare una legge migliore. La costituzione italiana c’insegna che le buone leggi si fanno se durante la fase di formazione delle stesse c’è partecipazione dei protagonisti veri. Invece si è preferito escludere il popolo sardo con le sue rappresentanze, le associazioni, i sindacati, i movimenti e le autonomie locali. Mancano circa due anni alla fine della legislatura, utilizziamo questo tempo per fare una buona legge: una nuova statutaria e collegata al nuovo statuto sardo. Se questo non si fa, c’è il rischio reale che la situazione politica peggiori; il centro sinistra appare sempre più diviso al suo interno anche per le code che l’elezione del segretario regionale del PD si porta dietro. occorre ripartire da un rilancio del programma per lo sviluppo della Sardegna. Io non so se ci sono responsabilità individuali su questa vicenda, sicuramente ce ne sono molte politiche; per esempio nella fase della discussione della statutaria in consiglio, noi di rifondazione avremo dovuto coinvolgere aprendo un dibattito fuori dalle stanze dei bottoni, coinvolgendo aree che vanno dalla SD, ai movimenti, allo SDI e all’area sardista, ai senza partito, questo ci avrebbe aiutato a fare un passo avanti verso la costituzione della “sinistra unita sarda”. Dobbiamo farlo ora. La riforma delle istituzioni regionali, la questione democratica è uno dei terreni centrali per costituire l’unita’ della sinistra in Sardegna. Vogliamo impedire che la democrazia subisca un’altra tosatura. Il “comitato statutaria no grazie” ha deciso di continuare la sua battaglia per la democrazia con un’azione di confronto, d’informazione e di discussione politica sul territorio e tra la gente.

1 Commento a “Caro Manifesto Sardo”

  1. Stefano Flore scrive:

    Sconfitta per la sinistra? O per la destra? Secondo me, Elio, non hai centrato il concetto giusto, e non è sicuramente quello di strumentalizzare l’astensionismo a favore del SI o del NO. Semplicemente, la gente è disinformata e stanca della politica. Prova a fare un giro a chiedere alla gente se sanno di cosa parla questa legge…ti renderai conto che l’astensionismo è nato semplicemente perché non lo sanno…
    Io penso che sia necessaria una legge, e penso anche che sia necessario un confronto costruttivo. Ma penso che sia necessario anche non strumentalizzare certi episodi, perché non fanno altro che aumentare il disorientamento della gente…

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