No centrali no scorie

1 Ottobre 2010

nucleare

Red

E’ un bene  che si moltiplichino le iniziative contro l’eventualità del nucleare, e delle relative scorie, nel territorio della Sardegna. Oggi vi presentiamo quella promossa – con la costituzione del comitato no-nucleare – da un gruppo di persone che hanno predisposto un quesito referendario e un disegno di legge.
Il silenzio che si è creato, quasi in coincidenza con la fine politica del Ministro Scajola, non deve ingannare: il nucleare è un grande affare al quale le società e i politici interessati difficilmente rinunceranno. Una  legislatura può continuare, ance se in crisi, se vasti interessi a copertura bipartisan possono essere perseguiti.
Il segnale del celebre oncologo Umberto Veronesi a favore del nucleare in Sardegna va in questa direzione. Secondo lui in Sardegna dovremo essere contenti di avere una centrale nucleare. Le sue affermazioni sono gravi e irresponsabili, e noi, se dobbiamo pensare a pronunciamenti autorevoli sulle scorie, preferiamo – anche come autorevolezza – Rubbia, il cui punto di vista potete ritrovare nel nostro primo Dossier sul nucleare e, più precisamente, in questo articolo di Nicola Culeddu.
Non molti sanno che il prof. Veronesi, la cui parola è certamente ‘pesante’ a livello mediatico su tutto ciò che potrebbe preoccupare in tema di salute, ha una fondazione (La Fondazione Veronesi, per l’appunto) con “partners per il futuro” aziende non proprio immacolate dal punto di vista dei trascorsi sanitari, come la Nestlè; grandi produttori di acqua minerale (ma l’acqua per Veronesi è un bene comune?), e soprattutto l’ENEL, che ci risulta interessata al nucleare…
Ecco allora, mentre si discute dello Statuto Sardo, un punto assai concreto per una battaglia che non possiamo comunque condurre solo nel nostro cortile.

Comitato NoNucleare

Sulla Sardegna grava la minaccia della costruzione sul suo territorio di una o più centrali nucleari. Il governo nazionale intende costruire ben 4 centrali nucleari in Italia, nonostante che il referendum del 1987 le abbia respinte e nonostante che le ragioni di contrarietà e di preoccupazione da allora non siano venute meno ma si siano anzi rafforzate.  Dopo le servitù militari, dopo le industrie che ammorbano l’aria e il suolo, dopo i depositi di scorie industriali, la felice circostanza che la nostra terra è esente da fenomeni sismici la condannerebbe a ospitare centrali e scorie nucleari.  Si tratta di una minaccia, perché la produzione di energia da centrali nucleari presenta rischi e problemi per il territorio e per la popolazione.  I sardi si opporranno a questo disegno: le forze sociali, le forze politiche, i singoli cittadini che hanno a cuore il benessere della nostra terra si batteranno perché questa minaccia non passi.  La Regione si può opporre, perché l’articolo 4 dello Statuto alla lettera e) le attribuisce potestà legislativa in materia di “produzione e distribuzione di energia elettrica”.  La Regione si deve opporre, non bastano parole, non bastano mozioni e ordini del giorno, che pure sono cose utili e positive, ma non è più tempo di parole.  Servono pronunciamenti popolari, che sono possibili attraverso due strumenti: un referendum consultivo, per il quale sono già state raccolte le firme prescritte e il Comitato Promotore del Referendum deve fissarne la data; una proposta di legge di iniziativa popolare che, dopo avere raccolto le 10.000 firme necessarie, venga presentata al Consiglio Regionale, affinché la massima rappresentanza del popolo sardo si esprima in piena sintonia con i sentimenti dei cittadini. Noi sappiamo come stanno le cose, non siamo fondamentalisti ma non siamo sprovveduti, non siamo super-esperti  ma non  siamo ingenui. Sappiamo quali sono i pro e i contro per le centrali nucleari. E siamo certi che i contro di gran lunga superino i pro. C’è un problema di costi: una centrale nucleare costa intorno ai 5 miliardi di euro, una cifra enorme, che potrebbe essere impiegata utilmente per finanziare l’adozione e la ricerca di fonti rinnovabili. C’è un problema di tempi e di tecnologia: per costruire una centrale nucleare occorrono circa 10 anni, fra tempi tecnici e procedure amministrative, dopo i quali la tecnologia impiegata sarà sicuramente superata e inservibile. C’è un problema di incidenti che non sono frequenti, ma quando accadono hanno conseguenze micidiali per l’ambiente e per la popolazione. Ci sono problemi di carattere sanitario legati all’inquinamento delle acque e all’incidenza anomala di tumori nelle aree interessate. Soprattutto, il problema dei problemi è quello del trattamento delle scorie. Nessuno al mondo lo ha risolto, perché le scorie restano radioattive per migliaia di anni e perciò è praticamente impossibile renderle impenetrabili da qualunque fenomeno naturale o da qualunque intervento umano. Dunque non c’è bisogno di essere estremisti per dire no alle centrali nucleari. Bastano semplici riflessioni e una forte consapevolezza. Sappiamo anche che le fonti di energia tradizionali sono inquinanti. Vogliamo perciò allargare il ricorso a fonti rinnovabili e finanziare la ricerca scientifica su nuove fonti e nuove tecnologie. Siamo favorevoli a progetti per il ricorso a fonti rinnovabili, che non rispondano a interessi di gruppi affaristici ma a criteri di utilità sociale e che siano sostenibili sul piano sociale e ambientale, che non deturpino e non sconvolgano il nostro amato e prezioso paesaggio. Chiediamo molto? Certamente! Dobbiamo chiedere molto, dobbiamo essere esigenti! Perché vogliamo preservare e far crescere i valori e le risorse della nostra terra e del nostro popolo. I sardi non intendono assoggettarsi a decisioni altrui ma vogliono essere padroni e protagonisti del loro presente e del loro futuro, sulle fonti di energia da utilizzare, sul modello di sviluppo da cambiare, sul territorio e sull’ambiente da preservare. Per questo ci siamo costituiti in un Comitato NoNucleare, che porta avanti la proposta di legge di iniziativa popolare e contemporaneamente aderisce all’iniziativa già in corso del Comitato Promotore del Referendum consultivo.
Lanciamo un appello a tutti i sardi, qualunque sia la cultura e la simpatia politica di ciascuno, per aderire a questo Comitato, per promuovere e sostenere le sue iniziative. A questo documento sono allegate la proposta di legge e il quesito referendario: Proposta di legge e quesito referendario
Chi intende aderire al Comitato NoNucleare può inviare la propria adesione a: [email protected]

Paola Alcioni, Pasquale Alfano, Antonio Attili, Francesco Boggio, Diego Bullitta, Annarella Casu, Carlo Ciotti, Francesco Cocco, Maria Demurtas, Giovanni Desantis, Andrea Dettori, Gavino Dettori, Valter Erriu noto Sayli, Tonio Espis, Aniello Gargiulo, Nicola Imbimbo, Bruno Lobina, Pierluigi Marotto, Pietro Maurandi, Giovanna Medau, Giovanni Meloni, Tore Meloni, Vincenzo Mercuro, Cristiano Montis, Antonello Murgia, Rosario Musmeci, Ottavio Olita, Gabriella Orrù, Enrico Palmas, Emanuele Pes, Gavino Piga, Aurora Pigliap, Aldo Piras, Serafina Pittalis, Luca Pizzuto, Andrea Pubusa, Gaetano Ranieri, Tore Serra, Stefano Seu, Vincenzo Solinas, Piero Zedde.

3 Commenti a “No centrali no scorie”

  1. Daniele Pilo scrive:

    Cosa dovrei commentare?
    L’uscita di Veronesi mi ha deluso e schifato.
    Lottiamo insieme per noi e per le generazioni che verranno!

  2. Marcello Madau scrive:

    Vorrei invitarvi a leggere la notizia, appena uscita oggi, del rifiuto americano di acquistare le centrali francesi (quelle che vuole il governo e anche Veronesi…).
    Cliccate su questo collegamento.

  3. Natascia Suella scrive:

    Possibile che i giochi di potere siano così forti da manipolare le nostre vite e quelle dei nostri figli? Scavalcano il bene comune degli individui e della terra che ci ospita e solo per manovre economiche i cui introiti non sono sicuramente da ridistribuire al “popolo”..che poi si schieri” a favore di..”.anche un ricercatore è una vergogna, visto che lui meglio di tanti altri conosce le conseguenze delle radiazioni sugli organismi viventi..
    Non chiudiamo gli occhi e difendiamo almeno questo fazzoletto di terra meravigliosa su cui viviamo che non ha bisogno di subire l’ennesima violenza.
    “Pagos,malos e malunidos”, non so se ho scritto bene,ma vorrei che fosse sfatato il mito di un popolo disunito…la posta in gioco è troppo alta e le alternative esistono.

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