Gli Stormy Six in Sardegna per il 1 Maggio

16 Maggio 2008

Mario Cubeddu

Succede di questi tempi in Sardegna che lo spirito minoritario della sinistra extraparlamentare si unisca perfettamente con l’infinità capacità di proliferare e dividersi delle correnti indipendentiste. E la bandiera rossa con la falce e martello si sposa così col pugnale del guerriero nuragico. Erano tante le sigle unite per festeggiare il 1 Maggio 2008 nel Parco di S.Ignazio a Norbello: sezioni di gruppi politici, associazioni culturali che vivono di entusiasmi e delusioni ai margini della politica “importante”. Poco toccati dai colpi che finiscono di abbattersi sulla sinistra nelle elezioni politiche e nelle amministrative di Roma. Entusiasmi e furori della giovinezza militante che si esprimono attraverso la musica. Sarà che i giovani sembrano incapaci di stare a sentire un ragionamento politico per più di cinque minuti, sarà l’occasione più festosa che riflessiva, ma gli incontri della sinistra giovanile in Sardegna si caratterizzano ormai soprattutto come concerti di gruppi musicali, più o meno noti e delle più varie tendenze. Molto spesso avviene che militante e musicista coincidano nella stessa persona. E quindi gran parte dei presenti sono componenti dei gruppi che suonano, i loro amici, e un gruppo ridotto di persone attratte dall’occasione politica. Non è il caso di soffermarsi sulle cattive pratiche della marginalità; abusi vari, in particolare di vino nero, molto sardo ed altrettanto economico. Una sera un po’ fredda e triste, nel Parco di Sant’Ignazio, con il vapore che esala dalle erbe alte alla fine di una giornata di sole già caldo. Ma il 1 Maju del 2008 a Norbello ha qualcosa di molto speciale che ha reso la giornata un evento, importante in sé e per l’anniversario dei 40 anni trascorsi dal 1968. La giornata è chiusa da un concerto degli Stormy Six, gruppo musicale progressivo che ha operato tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Ottanta. Il 30 maggio sarà a Milano uno dei protagonisti dell’occasione celebrativa del ‘68 che vedrà insieme alcuni tra i personaggi più importanti della scena musicale italiana di quegli anni. Per il 1 maggio ha accettato di suonare in Sardegna per questi giovani. Il legame con l’isola è antico: risale alle tornée degli anni Settanta e all’entrata nel gruppo della formidabile sezione ritmica costituita dal basso di Pino Martini e dalla batteria di Salvatore Garau, musicisti sardi di provata esperienza. Un gruppo musicale storico della sinistra italiana onorava l’appuntamento di Norbello. Il giorno prima avevano reso omaggio ad Antonio Gramsci con una visita alla casa-museo di Ghilarza. E il nome del fondatore del Partito Comunista ha aperto il concerto. I brani eseguiti hanno costituito un omaggio esplicito all’esperienza culturale e politica del ’68 italiano e internazionale. Il concerto è iniziato con la ripresa di alcune cover che disegnavano anche il campo dei riferimenti musicali degli Stormy Six e della loro generazione: la Union Maid di Woody Guthrie, celebrazione dell’impegno sindacale femminile, The last time dei Rolling Stones, Chimes of freedom, omaggio a Bob Dylan nella versione Byrds, con la presenza di Claudio Rocchi. Dai loro dischi gli Stormy hanno ripreso i brani diventati con loro grande soddisfazione “musica popolare” anonima, di cui i più ignorano gli autori. E quindi Pontelandolfo, due brani da L’apprendista, tutto Un biglietto del tram. L’album inciso dagli Stormy Six nel 1975 per celebrare i trenta anni trascorsi dalla Resistenza e dalla Liberazione è un piccolo classico e cresce di importanza nel tempo. Uno dei dischi più belli che siano stati prodotti in Italia dalla nascita dell’album a 33 giri è espressione in tutto e per tutto del movimento del ’68. Della sua anima più aperta alla sperimentazione, curiosa sul piano intellettuale, generosa nell’impegno sociale ma anche conscia della necessità di rigore e coerenza. Dietro l’esperienza degli Stormy Six ci sono sul terreno musicale l’attenzione a una varietà di esperienze, dalla canzone europea impegnata sul piano sociale e politico, dai cantautori a Theodorakis, alla ricerca e alla pratica del folk americano, da Woody Guthrie a Pete Seeger al primo Dylan. E c’è forse soprattutto la lezione, in genere trascurata dai cantautori italiani più impegnati, della rivoluzione della musica rock e pop degli anni Sessanta e Settanta, con le sue nuove sonorità, la fisicità esibita degli artisti, la capacità di coinvolgere mente e corpo di una generazione. I testi attingono allo stesso modo a una varietà di fonti, dalle ricerche sull’”antistoria” d’Italia alle esperienze più significative della poesia moderna, T.S. Eliot in primo luogo, alle avanguardie. Franco Fabbri e Umberto Fiori sono i front men fisici e intellettuali. La ricchezza del suono, oltre che nella sezione ritmica tutta sarda di Pino Martini e Salvatore Garau, è anche nelle mani di violinisti e polistrumentisti eccellenti come Tommaso Leddi e Carlo De Martini. A Norbello ha suonato la formazione che ha girato l’Italia e l’Europa ottenendo ovunque riconoscimenti da un pubblico selezionato, capace di apprezzare lo sperimentalismo del rock progressivo. Cosa faranno gli Stormy Six dopo l’occasione celebrativa milanese? E’ così bello sentirli che ci sarebbe da augurarsi la ripresa della loro attività. Intanto a chi voglia capire meglio cosa è stato il senso della musica che da allora domina il mondo possiamo suggerire la lettura del libro Scrivere con la voce, Canzone, Rock e Poesia, Edizioni Unicopli, 2003 Milano, 10€, di Umberto Fiori, saggista e poeta oltre che chitarra ritmica e voce degli Stormy Six.

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