Il patrimonio archeologico sparisce dal parco geominerario. E ora?

1 Luglio 2020

Lavoratori e lavoratrici del Nuraghe Sirai

[Carla Perra]

Per circa vent’anni, cioè dall’istituzione del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna (2001) fino ad oggi, il patrimonio archeologico è stato oggetto di numerosi interventi di scavo, valorizzazione, restauro in numerosi siti della Sardegna. Per la realizzazione del Parco la Regione Sardegna ha in questo lasso di tempo affidato prima ad Ati Ifras (fino al 2016) poi ad altri Enti pubblici selezionati con diversi bandi (2018-2020, ex LR34- 2016) le lavorazioni relative al Parco. Sia nel decreto istitutivo (2001, modificato nel 2016) che nello Statuto del Parco, infatti, l’archeologia è parte integrante del patrimonio da tutelare e valorizzare.

Durante quegli anni si è innescato un processo virtuoso che ha consentito attività di ricerca, conservazione e restauro e valorizzazione, grazie ad una pianificazione e un governo pubblico (Regione, Comuni e Soprintendenza), e ad una gestione privata (Ati Ifras fino al 2016). Un caso eclatante riguarda il Comune di Carbonia, dove la presenza costante di un presidio di lavoratori formati con tre corsi di formazione ragionati, in funzione dello specifico contesto, ha consentito lo sviluppo di un Sistema Museale Cittadino (SiMuC) con l’inserimento di uno scavo in concessione e, con questo, la costruzione di una filiera dei Beni Culturali che va dalla ricerca, alla conservazione e al restauro, fino all’esposizione in Museo e alla divulgazione.

L’attuale situazione cancella con un colpo di spugna sia questo processo di crescita, sia gli stessi fondamenti storici del Parco Geominerario. La recente assegnazione, con Bando Internazionale, delle lavorazioni del Parco, affidata ad un unico soggetto attuatore attraverso l’assunzione dei lavoratori ex Ati Ifras, è infatti avvenuta intorno ad un Progetto che cassa completamente il patrimonio archeologico. Le contestazioni dei Comuni beneficiari, degli archeologi e dei lavoratori coinvolti non hanno finora portato ad alcun risultato: il Progetto non si cambia. Viene dunque da chiedersi, innanzitutto, come mai gli estensori del Progetto, cui sono stati corrisposti ingenti somme pubbliche (pari a quasi un anno di lavoro di cantiere con 10 operatori) abbiano tralasciato la lettura del Decreto istitutivo del Parco e del suo Statuto, e inoltre come sia possibile che non si siano documentati sulla Storia del Parco e del Sulcis; il Parco è nato in modo particolare da quella storia, e la storia delle attività minerarie coincide con l’archeologia: il Sulcis-Iglesiente è sempre stato il distretto minerario capace di coagulare intorno a sé gli insediamenti umani. A partire da alcuni manufatti in argento della fine del IV millennio a.C. (da una Domus de janas di Carbonia), alle testimonianze restituite da centinaia di teste di mazza da Santadi (su Fussu Tundu) usate come picchi e martelli per l’estrazione di minerali, alle attività della fusione del ferro a Sulky (Sant’Antioco, VIII sec. a.C:.), fino alla straordinaria scoperta della più antica officina del vetro (VII sec. a. C.) nella fortezza del Nuraghe Sirai, che utilizzava la quarzite cavata dai vicini rilievi del Monte Leone, è l’archeologia che racconta la storia mineraria del territorio, a partire dai suoi inizi.

La “cancellazione” dell’archeologia dal Bando non solo denota un lapsus nella conoscenza della storia, ma soprattutto, a causa di un orientamento politico – che ci lascia francamente indifferenti –   interrompe l’unica formula possibile per la ricerca e la valorizzazione dei Beni Culturali: solo con una regia regionale e un governo locale dei progetti che siano in grado di incanalare assi di finanziamento europei si può pensare di continuare scavi archeologici, attività di restauro e apertura al pubblico di siti e Musei. Nessun Comune, come facilmente si immagina, avrà la possibilità di mantenere anche solo i livelli minimi di manutenzione dei siti, figurarsi un cantiere di scavo e ricerca come il Nuraghe Sirai, che attualmente costa circa 365 mila Euro all’anno con 10 persone impiegate.

E tutto questo non è ancora l’aspetto peggiore della faccenda.  Circa 50 lavoratori, dopo diversi periodi di tirocinio e 4 corsi di formazione, di cui 2 effettuati sul campo (fra 2010 e 2014),

approvati dalla stessa RAS, e soprattutto con quasi vent’anni di esperienza, verranno assunti da un nuovo gestore (Formula Ambiente) e spostati dalla virtuosa filiera dell’archeologia a cantieri di bonifica mineraria di qualche pozzo o galleria dismessa, in qualche sito lontano dal loro Comune di residenza, mentre gli archeologi che dirigono gli scavi dei cantieri sulcitani verranno in parte licenziati (gli ultimi “reclutati” in termini di tempo) e in parte destinati a mansioni per ora non definibili.

Dal I agosto (è di ieri la notizia di una proroga tecnica di un mese), come succede agli scavi abbandonati, il Nuraghe Sirai e gli altri siti sulcitani (Pani Loriga, Seruci, Sant’Antioco) inizieranno lentamente a cadere, pezzo per pezzo, e nessuno potrà prendersene cura, a meno di un ripensamento da parte della Regione che, con una semplice modifica del Capitolato potrebbe arrivare ad una soluzione. Nel frattempo, l’unico soggetto attivo, solidale con chi lavora nei cantieri archeologici sembra essere quella parte della cittadinanza che per passione, o solo per un concreto senso di appartenenza alla comunità (e per questo sta firmando la petizione “Se mi abbandoni crollo”), segue con interesse i progressi della ricerca e della valorizzazione del Patrimonio archeologico. Semplicemente perché lo considera un Bene Comune.

 

Carla Perra è direttrice del Sistema Museale di Carbonia (sett. Archeologia) – Scavi del Nuraghe Sirai

 

Per approfondire:

Testo di modifica del 2016  (stesso articolo) http://www.parcogeominerario.eu/attachments/article/34/Testo%20consolidato%20Decreto%208%20settembre%202016.pdf)

  • Statuto del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna (V. es. art. 4, comma 1, b e d)

http://www.parcogeominerario.eu/index.php/parco/documenti/normativa-2604/statuto-91803/principi-generali-19969/valori-da-tutelare?lang=it),

 

  • Petizione “Se mi abbandoni crollo”

https://www.change.org/p/presidente-regione-sardegna-se-mi-abbandoni-crollo?recruiter=355380776&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_campaign=psf_combo_share_initial&utm_term=share_petition&recruited_by_id=b8cff210-3ab7-11e5-8770-15e233d252b8&utm_content=fht-22948850-it-it%3A2&use_react=false

  • Nuraghe Sirai (Sito Web Sistema Museale di Carbonia)

https://www.carboniamusei.it/

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di 1500 battute.
Non sono ammessi commenti consecutivi.


caratteri disponibili

----------------------------------------------------------------------------------------
ALTRI ARTICOLI