La strada verso la casa comune

1 Gennaio 2014
Partigiani
Franco Tronci

La stasi seguita alla significativa manifestazione romana del 12 ottobre, promossa da Rodotà, Landini, Zagrebelski e da numerose associazioni della sinistra alternativa, impone a tutti noi l’obbligo di riflessioni puntuali e urgenti.
La proposta di raccogliere e aggregare intorno alla difesa della Costituzione repubblicana le forze disperse della sinistra, troppo a lungo assenti dal Parlamento e marginalizzate dai mezzi di comunicazione di massa, assume carattere ultimativo in virtù della sua assenza di tratti leaderistici che hanno, invece, contrassegnato, negli ultimi decenni, la nascita di partitini occasionali, abborracciate liste elettorali, velleitari progetti. La Carta chiama a sua difesa tutti: individui, gruppi, provvisorie aggregazioni di scopo.
Il suo richiamo, inoltre, prescinde da preliminari elaborazioni teoriche, già fornite dai padri costituenti e immortalate nei principi che la sorreggono, occasione non secondaria che consente di rinviare a tempi più favorevoli e a meditazioni più distese la terribile ‘questione’ del partito della sinistra di classe in Italia, necessario a superare gli effetti della frantumazione e del settarismo.
Leggere la Costituzione come un programma dell’agire politico attuale consente di individuare in essa la risposta alla crisi (economica, politica, morale) che attanaglia il paese e che accomuna nella responsabilità entrambi gli schieramenti che hanno governato il paese negli ultimi decenni. L’inconcludente dibattito sulla nuova legge elettorale e l’insistenza sul sistema maggioritario e sul presidenzialismo nascondono la condivisione, da parte loro, degli stessi principi liberistici che la crisi hanno provocato e che tante conquiste hanno sottratto ai lavoratori e alle giovani generazioni.
L’evidenza delle ragioni non consente, tuttavia, di nascondere che il tempo non gioca a nostro favore. Alla manifestazione romana non hanno fatto seguito concrete iniziative politiche e organizzative sul territorio mentre il paese è costretto a baloccarsi con ‘operazioni pubblicitarie’ come le primarie del PD, le luminarie del governo Letta-Alfano e i soliti giochi al massacro.
Viene spontaneo, pertanto, suggerire che, chi può, si faccia promotore di comitati di adesione al progetto, riconoscibili ed autorevoli in grazia della credibilità dei proponenti, con il compito di individuare collegialmente le iniziative politiche e culturali che si intendono promuovere intorno ai problemi del lavoro, dell’ambiente, della salute, della scuola e dell’università, dei beni comuni. Tali organismi dovrebbero essere abilitati a proporre e organizzare occasioni di dibattito sui più scottanti problemi, spesso travisati e manipolati da un’informazione falsificatrice e servile. L’esistenza di veloci e sofisticati mezzi di circolazione delle informazioni pone, più che in passato il dovere di coinvolgere e far partecipare al dibattito politico i vasti settori dell’opinione pubblica che attualmente, per ragioni economiche e culturali varie, ne sono escluse. Va da sé che tutti i partecipanti all’iniziativa di cui stiamo sommariamente definendo i contorni dovrebbero contribuire a dottare i comitati di una, seppur minima, dotazione finanziaria.
Non è pensabile, infine, restare indifferenti di fronte alle numerose e rilevanti scadenze che affollano il calendario politico nazionale ed europeo: l’anno 2014 alle porte già da tempo ha annunciato le prossime elezioni regionali ed europee. Sarebbe utile essere presenti perlomeno con iniziative di dibattito e informazione.

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