Telecomunicazioni in lotta

16 Ottobre 2012
Antonello Marongiu
Il 19 ottobre il settore delle telecomunicazioni effettuerà la seconda giornata di sciopero a distanza di un mese dal precedente. La vertenza coinvolge i lavoratori delle grandi aziende di Telecomunicazioni come i dipendenti delle piccole aziende di call center, che nella realtà di Cagliari occupano oltre 10000 addetti. Si vuole rinnovare l’unico contratto di filiera presente nell’esperienza europea che riconosce pari dignità e pari diritti tanto al dipendente dell’azienda che fornisce il servizio quanto al dipendente che svolge la propria prestazione in appalto e per conto della stessa (quantomeno per quanto attiene alla basilare parte economica e normativa).
Si sciopera per il rinnovo del contratto ma la posta in gioco è l’affermazione di un principio che le maggioranze parlamentari che si sono avvicendate in questi anni non sono riuscite ad affermare. La creazione di meccanismi di tutela per i dipendenti delle aziende appaltatrici dei servizi nelle imprese di telecomunicazione. In primis gli addetti ai cali center. In questi anni nel territorio cagliaritano abbiamo vissuto esperienze difficili e dolorose a causa della mancanza di una norma ad hoc nel contratto collettivo nazionale. I casi di Omnia e VOL 2.0 sono emblematici e il risultato ottenuto in occasione di quelle due vertenze ha portato all’assunzione del 90% degli addetti nelle società che hanno rilevato le commesse, chi internalizzando le attività, chi insediandosi ex novo. Vertenze che hanno trovato soluzioni soddisfacenti nei grandi numeri ma che non possono essere considerate soddisfacenti da chi considera le lavoratrici ed i lavoratori come persone e non come numeri. Per le poche decine di persone che hanno perso il proprio posto di lavoro la mancanza di quella norma che noi chiamiamo “clausola sociale” ha rappresentato un dramma e la causa del proprio stato di disoccupazione con tutto ciò che ne consegue.
Le ragioni dello sciopero sono fondamentalmente incentrate sulla tutela dei lavoratori nei singoli territori. A partire dai lavoratori dei Call Center e degli appalti, che vengono utilizzati come merci e le cui professionalità vengono disperse anche a causa di un impianto normativo che favorisce i nuovi insediamenti per il tramite di leggi che riducono il costo del lavoro nei primi anni di attività. Questo fenomeno si traduce in precarizzazioni selvagge con chiusure e contestuali nuove aperture di aziende, spesso in altri territori che possono godere di incentivazioni regionali ulteriori. Queste operazioni si traducono in un saldo occupazionale pari a zero ma con tragedie sulle spalle dei lavoratori che perdono il lavoro nonostante la commessa in lavorazione produca utili. E’ questo fenomeno indegno, determinato dalla concorrenza sul costo, che si vuole contrastare con la norma sulla clausola sociale. Crediamo che il fenomeno possa essere contrastato seguendo esempi virtuosi come ha fatto Wind, o come si è fatto in altri contratti collettivi come quello dei trasporti. La concorrenza può e deve esser fatta sulla qualità e non solo sul costo. É per questo che si è richiesto di parametrare i valori degli appalti ad un costo sostenibile. É infatti evidente che l’aggiudicazione di un appalto con gare al massimo ribasso “droghi” il mercato. Se il costo medio é infatti di 18 euro per ora lavorata, accettare offerte che pagherebbero 12 euro non fa altro che alimentare il dumping economico e normativo, creando effetti distorsivi che gravano sul settore e sulle comunità nelle quali insistono le imprese. Siamo convinti che la sfida debba basarsi sulla professionalità e sulla qualità erogata. Le scorciatoie dei furbetti hanno imbarbarito un settore che dà lavoro a migliaia di donne e uomini che hanno costruito il proprio futuro confidando nel proprio contratto a tempo indeterminato e sull’impegno che profondono quotidianamente nel posto di lavoro.

Non possiamo permettere che il fenomeno continui fino alla distruzione dell’intero settore dei call center stabilizzati. É necessario intervenire ora e il territorio di Cagliari parteciperà alla protesta con una nutrita delegazione alla manifestazione che si terrà a Roma ed un presidio con assemblea pubblica nel piazzale antistante Energ.it. Venerdì 19 ottobre ci scusiamo con l’utenza ma protesteremo interrompendo i servizi.Una telefonata può salvare una vita, una giornata di sciopero può aiutare migliaia di esistenze.

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