Una legge ingiusta

16 Aprile 2014
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Redazione

Come annunciato nel numero precedente del manifesto sardo, 25 elettori ed elettrici democratici hanno depositato presso il Tar Sardegna un ricorso col quale si impugna l’atto di proclamazione degli eletti effettuato il 13 marzo scorso dalla Corte d’appello di Cagliari. Al tempo stesso gli autori del ricorso hanno inteso portare la legge elettorale all’esame della Corte Costituzionale perché ritenuta lesiva dei principi della Carta e dei diritti degli elettori. Successivamente hanno informato il Presidente della Giunta regionale e il Presidente del Consiglio. A loro è stato chiesto un incontro sia per approfondire le ragioni del ricorso sia perché gli stessi Presidenti promuovano una iniziativa che modifichi la legge elettorale. Ecco la lettera inviata ai Presidenti. (red)

Signor Presidente della Giunta regionale, Signor Presidente del Consiglio,

come già sapete, nei giorni scorsi abbiamo depositato presso il Tar Sardegna un ricorso col quale impugniamo l’atto di proclamazione dei consiglieri eletti effettuato il 13 marzo  dalla Corte d’appello di Cagliari.
Con questa iniziativa intendiamo portare la legge elettorale all’esame della Corte Costituzionale perché la riteniamo lesiva dei principi della Carta e dei diritti degli elettori.
Quali critiche muoviamo? Potrete leggerle per intero nel testo del ricorso che ritualmente Vi abbiamo notificato. Ora le sintetizziamo così:

1)La violazione della parità uomo-donna.
In nessun paese che rispetti la democrazia possono esistere assemblee elettive dove su 60 componenti vengono elette solo 4 donne, mentre le elettrici sono almeno la metà degli aventi diritto al voto. Le donne sarde non possono subire questa offesa, i principi della rappresentanza non lo permettono. Impugniamo perciò l’atto di proclamazione degli eletti e solleviamo la questione di legittimità costituzionale dell’art. 9 della legge elettorale sarda, nella parte in cui non prevede la possibilità per l’elettore o elettrice di dare due preferenze, la seconda delle quali a candidato/a di genere diverso da quello/a cui ha dato la prima preferenza.
Si violano l’art. 1, 3, 49, 52 e 117, comma 7, Cost, nonché l’art. 16 St. sardo, che prevedono il principio di eguaglianza e impongono azioni legislative positive per superare la storica diseguaglianza uomo/donna negli uffici pubblici.

2)Il premio di maggioranza
La seconda critica riguarda il premio di maggioranza. E’ eccessivo e privo di ragionevolezza assegnare al candidato presidente più votato, che ha il 40% dei voti, il 60% dei seggi, e a quello che ha il 25% il 55% dei seggi. Questo premio di maggioranza viola il carattere uguale del voto in uscita, ossia nel momento dell’assegnazione dei seggi in violazione dell’art. 48 Cost. e 16 St. sardo.

3)Le soglie di sbarramento
Riteniamo illegittimi gli sbarramenti al 10% o al 5%; soprattutto il primo. Questa soglia è volta ad assicurare ai partiti maggiori il monopolio del governo e dell’opposizione: una conventio ad excludendum per legge nei riguardi delle liste minori non allineate. Ci sembra evidente la violazione del carattere democratico dell’ordinamento. Si può ritenere un valore (nell’ambito della ragionevolezza) il principio della governabilità, ma non la limitazione dell’opposizione alle sole forze coalizzate col candidato premier secondo classificato.
Gli effetti negativi e prevaricanti del premio di maggioranza e della soglia di sbarramento hanno reso possibile l’attribuzione di seggi a liste con meno dell’1% dei voti, mentre nessun seggio è stato assegnato a liste o coalizioni o candidati che hanno riportato percentuali più alte e con molte migliaia di voti. In questo modo sono stati vanificati i 120.000 voti a favore delle liste terze e quarte classificate.

Rappresentanza territoriale
Riteniamo che sia un vulnus del principio di uguaglianza anche la violazione della rappresentanza territoriale. Olbia e il Medio-Campidano hanno avuto meno seggi di quanti la stessa legge elettorale sarda (art. 3) ne prevede in ragione del numero degli elettori delle diverse circoscrizioni.

Riteniamo inoltre che nel corso della campagna elettorale ci siano state adesioni fittizie a sostegno di liste per eludere la raccolta delle firme. Come si ricorderà Ugo Cappellacci pur rimanendo leader di Forza Italia, il 4 gennaio ha aderito al Movimento zona Franca per consentirgli la partecipazione alle elezioni senza raccogliere firme. Ciò è stato possibile grazie all’art. 21 della legge, che viola il principio di eguaglianza (art. 3 Cost.).

Signori Presidenti, riteniamo corretto informarVi direttamente di questa decisione in quanto Voi siete i rappresentanti del popolo sardo; la Giunta e il Consiglio che Voi presiedete sono chiamati ad un lavoro della massima importanza che influirà sulle condizioni di vita dei nostri corregionali e di tutti coloro che risiedono nella nostra isola.
Al tempo stesso pensiamo che nessuna attività politica possa trovare il consenso e la fiducia dei cittadini se non verrà cambiata la legge elettorale che ha dato vita al nuovo Consiglio.
Per queste ragioni vi chiediamo di farvi promotori di una iniziativa sia fra gli assessori della Giunta, sia fra i consiglieri regionali perché questa legge elettorale venga riesaminata e modificata, correggendo le anomalie che abbiamo indicato.
Vi chiediamo inoltre un incontro per approfondire ulteriormente le ragioni della nostra iniziativa, che ovviamente sono riconducibili esclusivamente a finalità istituzionali e non hanno alcuna motivazione di natura personale. Anzi, cogliamo l’occasione per ringraziarvi per l’attenzione che mostrate e Vi porgiamo distinti saluti.

A nome dei ricorrenti
Antonello Murgia, Marco Ligas, Andrea Pubusa

Cagliari 12/04/2014

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