L’epidemia del cemento e dell’ottusità

16 Aprile 2020
[Cristiano Sabino e Sandro Roggio]

Conversazione tra Cristiano Sabino, attivista di Caminera Noa e saggista e Sandro Roggio, architetto, scrittore per legittima difesa (red).

Cristiano Sabino. La gente è tappata in casa, gli ospedali e le case di riposo sono diventati dei lazzaretti, la Sardegna è agli ultimi posti per tamponi e screening anche perché mancano i reagenti, però la Giunta Solinas all’inizio di aprile ha trovato tutto il tempo per autorizzare una doppio colata di cemento sul mare ad Arbus e Castiadas. In quest’ultima zona fra l’altro era prevista una volumetria di 10.000 metri cubi per un mega albergo costruito ex novo. La delibera è la 17/21 e la sede commerciale di una delle aziende è a Gallarate. Niente male come regalo “sardista” per la quarantena ai sardi.

Sandro Roggio. La delibera del primo aprile della giunta Solinas sta nel solco del cinismo della politica che a volte deborda e raggiunge vette inimmaginabili. Ti aspetteresti che in una fase tanto drammatica, chi guida la Regione non debba perdere neppure un minuto per favorire progetti edilizi  incompatibili con le regole urbanistiche e con il  paesaggio tutelato. E invece non solo perdevano tempo contro l’interesse dei sardi, ma pure la faccia …

Mentre le strutture ospedaliere e le residenze per anziani erano a rischio, si occupavano di favorire intraprese controverse. Poche mascherine e metri cubi a volontà. Tanti i dubbi sollevati, e infatti la delibera è stata ritirata in autotutela nella tarda sera del 10 aprile dopo una decina di giorni di vita. Credo per le numerose proteste. Ma resta quella decisione nello sfondo che rispecchia la visione della destra sardo-Lega. E anche la figuraccia del dietrofront davvero imbarazzante.

Cristiano Sabino: La convinzione che sta a monte della delibera però non svanisce con il ritiro della delibera stessa, essendo la filosofia su cui si regge il credo della classe politica del mattone: «ambedue gli interventi proposti porterebbe, inoltre, un discreto incremento occupazionale in due zone ad alto tasso di disoccupazione, oltre che a positive ricadute in termini di immagine del territorio e alla valorizzazione delle componenti ambientali, paesaggistiche e culturali dei due Comuni». Cemento = lavoro, quindi + cemento = + lavoro. Facile no? L’assessore “sardista” degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica Quirico Sanna addirittura lanciava su facebook velate minacce contro le voci critiche: «la sinistra è contro il nuovo piano casa, ma questa volta la popolazione potrebbe perdere la pazienza …, perché dopo l’emergenza del Coronavirus, la gente ha bisogno di lavorare e se la sinistra continua a bloccare lo sviluppo ed i lavoro … il rischio è che possa diventare un problema di ordine pubblico …».

Sandro Roggio: Il solito jingle copyright Silvio Berlusconi. L’edilizia motore dello sviluppo, poco importa se dai-dai distruggi la fondamentale risorsa naturale, i paesaggi che richiamano i turisti. Il ciclo edilizio, d’altra parte, non ha compensato i danni. Ha prodotto ricchezza solo per pochi e contraddizioni, basta vedere quanto è attiva la Caritas nelle capitali delle vacanze. E poi, nessuna attenzione ai richiami degli studiosi di investire sulla qualità ambientale, ai rapporti tra salute e ambiente, ai suggerimenti degli scienziati di sostenere in ogni modo il benessere della popolazione, evitando di guastare l’ecosistema che ammalandosi faciliterà la diffusione di patologie. La Sardegna può ancora dare risposte a questa esigenza di salubrità, nonostante molti acciacchi causati da industrie inquinanti e guerre simulate con armi vere. La sua densità abitativa è molto bassa, una circostanza che si può volgere a nostro vantaggio.

Cristiano Sabino:  La poco gradevole uscita social di Quirico Sanna era fra l’altro rivolta alle proteste a mezzo stampa del capo dell’opposizione Massimo Zedda. Non si capisce contro chi protesti però Zedda, visto che la srl ‘Le Dune service’ ha ottenuto il via libera alla riqualificazione già nel 2017, quando in maggioranza c’erano gli stessi partiti che hanno candidato Zedda a governatore. Verrebbe da dirlo: Zedda do you remember “Contratto di sviluppo in data 14 dicembre 2017”? (come ha puntualmente ricostruito Sardinia Post lo scorso 7 aprile con un documentatissimo articolo di Alessandra Carta: Cemento sul mare a Castiadas e Arbus: progetti del 2017 targati centrosinistra). All’epoca governava Francesco Pigliaru e l’accordo fu istituito dalla s.p.a. Invitalia spa. Quante buoni occasioni per tacere sprecate..

Sandro Roggio: C’è purtroppo una continuità nella visione corta, con rare eccezioni. La  sedicente sinistra ha spesso ceduto alle lusinghe dei chierici del calcestruzzo, con la serie di orribili piani-casa. O inventando soluzioni lasciapassare in contrasto con l’odiato Piano paesaggistico 2006.

La giunta Solinas si è impegnata per trasformare due aree in riva al mare a Castiadas e ad Arbus, immaginando varianti al piani urbanistici mai adeguati alle leggi vigenti, richiamando l’interesse pubblico grazie a una disposizione decisa ai tempi di Pigliaru. Nell’onda dell’ eccitamento renzista Sblocca-Italia, come è noto.

Mi pare però che Zedda e i consiglieri regionali più vicini a lui abbiamo deciso di interrompere quella continuità e sulla delibera del primo aprile siano stati tra i primi ad esprimersi per contestarla. Spero che continuino così.

Cristiano Sabino: Non so, credo che la cosiddetta sinistra (Zedda ed entourage compreso) pratichino una sorta di dottrina della doppia verità. Al governo perseguono politiche di speculazione e privazione di diritti, quando poi vanno all’opposizione riscoprono gli ideali e simulano barricate. Questa linea ha logorato perfino le parole. Ed è un bel problema. Se dici “sinistra” in Sardegna ti identificano con Pigliaru e soci. Se dici “sardista” o “indipendentista” ti identificano con Solinas, Sale e Maninchedda. A mio parere dobbiamo lavorare per un progetto politico rosso, verde e sardista popolare, cioè una progettualità politica di sinistra, basata su un ecologismo e un sardismo del popolo e non dei palazzinari! Riprendiamoci il nostro campo!

Sandro Roggio:  Bisogna fare emergere un disegno che metta in primo piano la difesa degli scenari e non solo dell’identità storico-culturale. Stop alle doppiezze nella confusione.  Chi non è d’accordo per difendere lingua e folklore, nuraghi, canti a tenores e processioni in costume?  Vedo che nonostante le continue dichiarazioni d’amore per l’isola, il governo regionale sardista-leghista deborda nel programma di spreco delle terre sarde più preziose. Condizionata dalla tesi vetero industrialista essenzialmente palazzinara. Un film visto e rivisto, con quei ricorrenti primi piani sulle trasversalità,   ad esempio il nuovo pianocasa che l’attuale governo regionale intende approvare presto, mentre si annuncia una brutta legge urbanistica. Ripercorrendo la strada è stata aperta dal centrosinistra con il disegno di legge Erriu fortunatamente non approvato.

L’alternativa? Sono d’accordo sulla formula che indichi, un progetto politico rosso-verde-sardista popolare. Dovrà mettere insieme tanti soggetti e aree politiche, compresa la parte migliore della sinistra rappresentata in Consiglio regionale,  chi si sta battendo senza riflettori, penso a Maria Laura Orrù che con Zedda collabora fattivamente. Credo che quel progetto dovrà essere radicale, perché non si può essere un po’ ambientalisti, come non di può dire un po’ meno guerra, un po’ meno razzismo, un po’ meno violenze, un po’ meno corruzione… Dovremmo dare un’occhiata a qualche alleanza del passato che ha lasciato il segno. Come quella tra il sardismo di sinistra di Mario Melis e la visione del comunista Luigi Cogodi che sul buon governo del territorio era all’avanguardia.

Cristiano Sabino: Credo comunque che la rottura con i partiti di potere che si mollano e non si riformano sia necessaria. Poi cambiare idea (se davvero la si è cambiata) è sempre positivo. Temo però che per ora dovremo contare sulle nosre forze e se andiamo a vedere non sono poche! Previsioni?

Sandro Roggio: Pure io penso che serva discontinuità con il consolidato sistema di potere. Previsioni? Credo che non sarà una strada in discesa per la Regione a guida Lega-4mori. Il ritiro della delibera dei giorni scorsi è un duro colpo, una bella lezione di cui avremo modo di parlare. Si vedrà meglio quando si potrà disporre di tutti gli allegati non pubblicati.  Una cosa si può dire, hanno sottovalutato la capacità di resistenza delle regole costituzionali a tutela del paesaggio. E forse anche della reazione dell’opinione pubblica grazie ad alcuni bravi giornalisti.

Cristiano Sabino: Poi c’è anche qualche virologo superstar che ha avuto la bella pensata di proporre la Sardegna come cavia per sperimentare la riapertura senza prima pensare a fare screening di massa e a dotare la popolazione di dispositivi di protezione adeguata. Insomma torniamo al punto di partenza..

Sandro Roggio: La preoccupazione che sta crescendo sull’epidemia riguarda anche la tesi del riavvio frettoloso in alcune Regioni. Quanto prima, dice qualcuno. e in modo sperimentale nelle aree meno interessate dall’epidemia e quindi in Sardegna. Cosa vuol dire ripartire subito sperimentalmente? Penso che spetti agli epidemiologi-virologi valutare senza le sollecitazioni inopportune di incompetenti come Briatore. I medici e solo loro diranno tempi e modi. Alla politica il compito di vigilare  per impedire le aberrazioni. Si sa i profittatori non mancano mai in tempi di disgrazie. Né escludo che qualcuno possa invocare l’edilizia in deroga, cantieri in riva al mare sardo,  naturalmente molto distanti dagli abitati. Se non è cinismo questo.

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