L’Italia e le armi alle Olimpiadi

23 Agosto 2016
Gun - Andy Warhol
Ottavio Olita

‘Gufo’ o disfattista? Sono cosciente di rischiare quest’accusa ma, dato che odio qualunque arma da sparo, comincio col dire che mi chiedo cosa ci facciano, alle Olimpiadi, tutte le specialità spacciate per sportive, che consistono nell’uso di pistole, carabine e consimili. E se mi limitassi a questo, potrei essere accusato solo di generico idealismo che non fa i conti con la realtà dei tempi nel quali viviamo.

Come e quando, allora, rischio di diventare ‘gufo’ o disfattista? Quando, analizzando il medagliere dell’Italia,  scopro che – senza che nessuno si preoccupi di sottolinearlo, forse per decenza  e pudore – il nostro Bel Paese è in cima alla lista mondiale nelle varie specialità di tiro. Siamo i migliori ‘sparatori’ del pianeta, avendo conquistato quattro medaglie d’oro e tre d’argento. Dietro di noi la Germania, con tre ori e un argento; distantissimi quelli che ogni giorno fanno parlare le cronache con i massacri causati dalle armi da sparo, gli Stati Uniti: per loro un solo oro e due bronzi.

Il dato diventa ancor più preoccupante per lo sport  italiano se confrontato con il resto del medagliere. Il bottino conquistato con le armi da sparo è, complessivamente, un quarto del totale, ma diventa percentualmente molto più alto se si confronta con il totale degli ori: quattro su un totale di otto.

Grazie alle armi siamo così al nono posto tra i paesi partecipanti alle Olimpiadi. Ma si può davvero parlare di successo dello sport italiano? Facciamo un unico confronto con un altro paese europeo che ha realizzato un grandissimo exploit, soprattutto dopo i deludenti risultati delle olimpiadi di Sydney ed Atene del 2000 e 2004 (quando si piazzò dietro l’Italia). Parlo della Gran Bretagna.

A Rio si è classificata alle spalle degli Stati Uniti con 27 medaglie d’oro, 23 d’argento e 17 di bronzo, quasi equamente suddivise fra tutte le specialità. Questo perché quel Paese negli ultimi dodici anni ha svolto una politica attiva nello sport per recuperare i ritardi che si erano accumulati in varie specialità. Bene. Sapete quante medaglie ha conquistato la Gran Bretagna, nelle specialità con le armi da sparo? Soltanto due bronzi.

In Italia, che alla fine dei Giochi Olimpici staziona stabilmente tra l’ottavo o il nono posto, sembra che il successo non derivi da una politica collettiva per lo sport ma dall’impegno dei singoli o di particolari attività. Evidentemente i poligoni di tiro funzionano meglio del Coni.

Disfattista? No. Vorrei solo assistere una volta tanto ad una vera partecipazione collettiva  dell’Italia a competizioni sportive con presenze anche in settori che non vengano continuamente strombazzati dalla televisione.

Non mi va neanche di essere ‘gufo’, ma ancor meno stupido trombettiere di una realtà insoddisfacente.

Immagine: Gun – Andy Warhol

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