Notti padane. Per grazia ricevuta

16 Novembre 2009

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Valeria Piasentà

Regione Piemonte, amministrative 2010. La campagna elettorale è iniziata da mesi, da quando Roberto Cota si è autocandidato alla presidenza anticipando una decisione ancora non ufficializzata dalla sua coalizione. Un recente sondaggio ha monitorato le intenzioni di voto relative a tre candidature: Cota, Ghigo (senatore PdL ed ex presidente regionale), Bresso (presidente regionale uscente). In un testa a testa Bresso-Cota vincerebbe l’attuale presidente, nel confronto Bresso-Ghigo prevarrebbe il secondo. Il centrosinistra sta pesando alleanze e candidature, consapevole del fatto che i voti dell’UDC saranno determinanti: il 10 ottobre Mercedes Bresso viene scelta all’unanimità dall’assemblea regionale del PD, Casini pone un veto sul suo nome e ora si parla di Chiamparino o Vietti, ma lei è già organizzata con una lista civica e i suoi manifesti viaggiano sulle fiancate dei bus di Torino. Intanto PdL e Lega lanciano un messaggio di unità attraverso manifesti 6×3 che rappresentano Ghigo (nel ruolo del populista: sguardo in camera, sorriso aperto e fiducioso che incarna ‘l’ottimismo del fare’) e Cota (nel ruolo di controllore dell’ordine sociale: volto appena abbassato e imbronciato, sguardo deciso dal basso verso l’alto da duro giovanotto leghista). Sono ripresi a mezzo busto, Ghigo col braccio protettivo sulla spalla di Cota alla sua destra (“alla destra del padre”). Il linguaggio non verbale dei corpi contiene le caratteristiche delle due anime governative mentre la fotografia ferma una azione: quella di Ghigo (leggermente più autorevole per età e per esperienza politica, infatti compare anche una sua mano ed è in posizione più frontale rispetto a Cota) che pare raccomandare il giovane pari (le teste sono mantenute alla stessa altezza) al suo elettorato. Ordinatissimi e pettinatissimi, sono caratterizzati dalle divise d’ordinanza: Cota in giacca blu, cravatta e fazzoletto verde lega; Ghigo in giacca di un blu più chiaro, cravatta azzurra e camicia bianca; su un fondale turchese chiaro, sintesi di verde+azzurro. Le figure riempiono lo spazio, posa e taglio le proiettano prospetticamente fuori dalla bidimensionalità del manifesto: ci guardano da molto vicino. L’immagine elegante e minimalista rimanda a una idea di stabilità e pulizia col predomino di bianco e azzurro; la composizione ha un taglio moderno ma ordinato secondo le classiche regole dell’armonia geometrica; fa ricorso a pochi elementi caratterizzanti. La scritta “Piemonte più forte” rafforza il messaggio visivo. In attesa di conoscere la candidatura ufficiale il manifesto c’è, e si presta ad una lettura e a un utilizzo simmetrici e reversibili. Nulla è lasciato al caso, lo garantisce la realizzazione firmata (ex) Studio Testa, la più prestigiosa agenzia che ha fatto la storia della pubblicità in Italia dal dopoguerra all’oggi, al cliente politico che propone il suo messaggio con i sistemi del marketing: in fondo si tratta di un prodotto e come tale va posto sul mercato, né più né meno che una merendina. In campagna elettorale i candidati sfruttano tutte le occasioni che si presentano per omaggiare e blandire il proprio bacino elettorale, così la FIOM di Torino denuncia lo scippo delle commesse per i caccia F35 di Alenia, da Caselle a favore di un nuovo polo aereonautico che verrebbe insediato fra Varese e Novara. Il sindacato indica i nomi dei registi con le loro motivazioni in un intreccio di interessi politici e personalistici: Formigoni, che si presenterà per la quarta volta alla presidenza della Lombardia; Cota, probabile candidato in Piemonte; Giordano, sindaco di Novara che siede nel CdA di Alenia a garanzia degli interessi leghisti. La segnalazione di un amico apre una finestra su cultura politica e modello comunicativo del centrodestra padano (in: www.propostacomunista.org) L’azienda Bemberg produce dal 1911 la fodera naturale in cupro, un setoso rayon brevettato nel 1890. Ha la sua sede italiana a Gozzano sulle rive del lago D’Orta – che ha inquinato per decenni sterminando i pesci con l’ammoniaca e il rame residui di produzione, poi con l’amianto – in un paesaggio romantico al limite della decadenza, tanto amato da scrittori e artisti liberty fino a Soldati e a Rodari nato su queste sponde. Nei mesi scorsi la fabbrica ha rischiato la chiusura, gli operai sono rimasti senza lavoro poi è scaduta la cassa integrazione finché la proprietà ha iniziato una trattativa con una finanziaria svizzera, sotto i buoni auspici del salvifico e autoctono mediatore politico-istituzionale: Roberto Cota. Ma non finisce qui, c’è un epilogo: il sindaco di centrodestra aveva fatto un voto e rientrata la crisi l’ha onorato. Così il 25 ottobre, in una domenica autunnale, si son dati appuntamento davanti alla fabbrica i sindaci di Gozzano e Armeno con alcuni amministratori e un manipolo di operai al seguito. La processione è partita a piedi in pellegrinaggio verso il santuario antonelliano del SS Crocifisso di Boca, posto a tredici chilometri più a sud con una miracolosa Cappella delle Anime Purganti e una notevole collezione di ex-voto. Giunta lì ha reso onore al Santissimo ‘per grazia ricevuta’: il salvataggio di 265 posti di lavoro. Che dire… altroché lotta di classe e altre espressioni della tradizione socialista e operaia piemontese, da alcuni sentite come antiquate forme ideologiche (tutta “roba da comunisti”, come ci insegna il Presidente del Consiglio), oggi certa cultura politica dell’industriosa Padania si affida al miracolo, rivalutatando quei riti della Chiesa antica ancora intrisi di paganesimo, le processioni propiziatorie e i pellegrinaggi per “rendere grazia a Dio”. Anzi, li ha rinnovati sostituendo alla preghiera e alla penitenza per la fine della pestilenza o per una buona vendemmia, quelle per il mantenimento degli insediamenti industriali e dei posti di lavoro. «Nasce un nuovo modello politico: quello del “partito di pellegrinaggio e di governo”» Queste sì che sono strategie efficaci!

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