Pale eoliche in Sardegna, speculazione energetica o transizione ecologica?

22 Aprile 2024

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Circola, in queste ore, l’immagine di “gigantesche pale eoliche” che approdano in Sardegna. Il messaggio che viene veicolato attraverso queste notizie è che l’eolico o la transizione energetica nel suo complesso rappresentino una minaccia per i paesaggi della Sardegna. Pubblichiamo la nota di Rifondazione Comunista in Sardegna.

Noi pensiamo che questo messaggio contenga una falsa contrapposizione, perché non può esserci alcuna difesa della nostra terra e della sua bellezza senza giustizia climatica e quindi senza una reale transizione ecologica. Ribadiamo, anche in questa occasione, quanto sia pericolosa la posticipazione del phase out e l’urgenza di attuare una riconversione ecologica dell’economia sarda.

Al contempo, pensiamo che questa notizia desti tanto scalpore in porzioni rilevanti dalla popolazione sarda perché la transizione energetica, nella nostra Isola, è percepita come un “corpo estraneo”, alieno ai bisogni dei cittadini e delle cittadine della Sardegna. A nostro parere, ciò dipende, essenzialmente, dal modello di sviluppo neoliberista è dal fatto che le ricchezze generate dal sole dal vento beneficeranno, in primo luogo, le grandi multinazionali. In questo quadro, vediamo un’istanza di democrazia nelle varie mobilitazioni contro la “speculazione energetica”.

Riteniamo che la risposta a questa istanza, però, non possa consistere in proposte volte a scoraggiare, limitare o rimandare la transizione energetica. Il problema, cioè, non sta nelle pale eoliche (o nella grandezza delle pale eoliche), ma in chi le possiede. Ecco perché, alle scorse elezioni regionali, abbiamo sostenuto, con convinzione, un programma che metteva al centro il tema della creazione di un’agenzia sarda per l’energia.

Crediamo che oggi la lotta per una piena pubblicizzazione del comparto energetico debba essere rilanciata e rifiutiamo qualsiasi tentativo di far passare l’idea che la questione climatica o quella ecologica più in generale sia una questione elitaria e di pochi. Al contrario: affermiamo che non c’è giustizia sociale se non ci giustizia climatica.

Insistiamo nel ritenere che il passaggio da un’economia basata sulle fonti fossili a un’economia basata sulle energie rinnovabili sia la grande occasione ripensare il modello di sviluppo della Sardegna. La condizione perché ciò avvenga è sottrarre le fonti rinnovabili al dominio del mercato.

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