Piazze aperte e battiquorum

7 Maggio 2011


Red

Lo sciopero generale della CGIL, sindacato di massa in grado di proporre su tutto il territorio nazionale una critica al governo e al sistema capitalistico, è riuscito. In Sardegna l’adesione è stata alta, e il quadro sociale che le manifestazioni hanno espresso molto importante e articolato. Anche con alcune novità che sono specchio di una ripresa organizzata del conflitto sociale: è il caso di Olbia, dove da molti anni non si realizzava una presenza così’ significativa, un segnale che speriamo annunci qualcosa per le prossime elezioni amministrative. La manifestazione più partecipata a Sassari, con circa seimila persone in un corteo combattivo e colorato, che ha avuto la forza di trasferire e rappresentare, anche con allegria, il forte disagio e i drammi che la mancanza di lavoro e la sua incertezza portano all’esistenza. Nonostante gli attacchi e le delusioni, gli operai di petrolchimico e indotto, gli eroi della Vinlys e tutti gli altri, in prima fila. Lavoro, nella sue varie forme, presenza del precariato, scuola, diritti di cittadinanza, associazioni culturali. Un quadro ben più articolato di quello presentato come nuovo blocco sociale sardo dalla pur brillante ‘Annozero’ di Michele Santoro. La CGIL sembra aprire in maniera sempre più ampia alla nuova composizione della società e della forza lavoro, legando i temi di quest’ultima a quelli dell’ambiente e dei diritti civili. Diverse realtà colgono questa novità costruendo con il sindacato di classe nuove, inedite alleanze. Noi auspichiamo che il rinnovamento continui. Il lavoro al centro, ma non più da solo, o meglio in maniera più articolata: assieme ad ambiente, cultura – con la forte realtà organizzata della scuola e della FLC-CGIL – beni culturali (rilevante e innovativa, in tutta Italia, la presenza degli archeologi, organizzati dell’ANA) – diritti civili; nella sua estensione e massima sintesi, l’esistenza. E i grandi temi del referendum negati, acqua, nuclare, legittimo impedimento, presenti con i relativi comitati e cittadini nelle manifestazioni. Speriamo che la CGIL, vista la sua sensibilità per i diritti di cittadinanza e la stessa relazione fra referendum e lavoro, dia una spinta con la sua grande forza per per rivendicare il diritto al voto e puntare al quorum. La capacità di portare questo in piazza sta recuperando lo spazio aperto dell’agorà e della cittadinanza. Un tesoro di indicazioni per la politica che vorrà raccoglierle realmente.


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