Ripartono le ruspe sulla costa di Porto Conte

1 Ottobre 2020

[Stefano Deliperi]

Sulle coste algheresi iniziano a farsi vivi progetti immobiliari che possono anticipare gli scenari di cemento che da tempo si paventano per la Sardegna.

Si tratta di progetti edilizi per demolizione e ricostruzione si sensi di provvedimento legislativo collegato al c.d. piano casa (art. 39 della legge regionale n. 8/2015; legge regionale n. 4/2009 e s.m.i.) per i complessi ricettivi Hotel Baia di Conte e Hotel Corte Rosada, sulla costa di Porto Conte, a due passi dal mare.

La previsione di legge fa supporre un aumento di volumetrie fino al 30% di quanto già realizzato, perché l’art. 39 della legge regionale n. 8/2015 e s.m.i. prevede, fra l’altro, “la concessione di un credito volumetrico massimo pari al volume dell’edificio demolito maggiorato del 30 per cento, da determinarsi con apposita deliberazione del consiglio comunale“.

L’Hotel Baia di Conte, realizzato dal gruppo imprenditoriale del finanziere libanese Baroudi a partire dagli anni ’70 del secolo scorso con un bel po’ di volumetrie abusive (poi condonate), a più riprese, vari progetti immobiliari ne auspicavano il pesante incremento volumetrico. Progetti speculativi mai tramontati a ovest di Capo Caccia.

Oggi, con circa 600 posti letto, in mano alla IFIT – SOGAT s.r.l. (e gestita dal gruppo turistico Tui Nordic), presenta un progetto di demolizione e ricostruzione con prevedibili aumenti volumetrici da migliaia e migliaia di metri cubi di volumetrie.

Così fa anche – sebbene meno ingente – la sassarese Blue Moon s.p.a. che vuol demolire e ricostruire  quantomeno con “l’ampliamento dei corpi ‘B’”, il vicino Hotel Corte Rosada, sempre a due passi dal mare.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha, quindi, inoltrato (3 settembre 2020) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti, segnalando l’impossibilità sul piano giuridico di legittimi aumenti volumetrici in aree di massima tutela costiera.

Coinvolti i Ministeri per i Beni e Attività Culturali e dell’Ambiente, la Regione autonoma della Sardegna, la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari, il Servizio regionale Valutazioni Ambientali, il Comune di Alghero, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, informando preventivamente la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari.

Ora i primi riscontri.

Nonostante le rassicurazioni che non rassicurano dell’Assessore all’urbanistica del Comune di Alghero Emiliano Piras sui progetti immobiliari recentemente presentati per gli Hotel Baia di Conte e Corte Rosada sul litorale di Porto Conte, sono, infatti, giunti alcuni elementi che offrono un po’ di chiarezza in più sul futuro della splendida costa algherese.

Il Servizio Tutela del Paesaggio Sardegna settentrionale Nord Ovest della Regione autonoma della Sardegna ha comunicato (nota prot. n. 36814 del 28 settembre 2020) di aver “emesse … note di richiesta di integrazione documentale ai fini dell’esame delle istanze di autorizzazione paesaggistica ex 146 del D. lgs. 42 del 2004 e ss mm ii” per i due progetti immobiliari presentati allo Sportello unico attività produttive (SUAP) del Comune di Alghero.

Precisamente

* per il progetto edilizio di demolizione e ricostruzione dell’Hotel Baia di Conte: con nota prot. n. 32723 del 25 agosto 2020, sono state chieste “le seguenti integrazioni, da implementare nell’ambito della “Relazione Paesaggistica” di cui al D.P.C.M. 12 Dicembre 2005:

– Analisi della conformità dell’intervento rispetto all’art.10 bis della L.R. 45/89 e ss.mm.iii., che costituisce la disciplina paesaggistica di riferimento per gli interventi ricadenti nella fascia dei 300 m dalla linea di battigia marina, sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi dell’art.142 D.Lgs.42/2004;

– Analisi degli impatti del nuovo intervento in applicazione dei criteri di cui alle Linee guida emanate con D.G.R. n. 18/15 del 05.04.2015 (linee guida per la determinazione del minore impatto paesaggistico degli interventi di demolizione e ricostruzione di cui all’articolo 39 comma 15 della legge regionale n. 8 del 23 aprile 2015);

– Correzione dell’immagine alla pagina n. 23, poiché la stessa non è visibile;

– Implementazione delle viste mancanti n. 4-5-6-7-8-9-10 e 12, individuate planimetricamente nell’elaborato relazionale alla pag. 34, ma non riportate all’interno della RP;

– Inserimento di esaustive ambientazioni digitali in relazione al territorio circostante; in particolare, dovranno essere restituite adeguate informazioni con riferimento alle viste degli interventi previsti nella zona Nord, per i quali il rapporto con la ‘zona archeologica’ del Nuraghe di Sant’Imbenia risulta più prossimo (circa 85 mt. dal ‘corpo di fabbrica’ di 4 livelli più vicino). Tali viste dovranno pertanto essere restituite da luoghi e/o vie pubbliche da cui sia possibile inquadrare l’intervento, e risultare sufficientemente estese da consentire la valutazione dell’incidenza che le opere possono avere con l’intorno, soprattutto in ragione alle altezze previste per i corpi A-B-C. Una o più viste dovranno inquadrare gli interventi anche dall’interno della zona archeologica suddetta, poiché la stessa è luogo di fruizione pubblica”;

* per il progetto edilizio di demolizione e ricostruzione dell’Hotel Corte Rosada:

1. Implementazione della Relazione Paesaggistica con i seguenti elementi:

– Analisi della conformità dell’intervento rispetto all’art.10 bis della L.R. 45/89 e ss.mm.iii., che costituisce la disciplina paesaggistica di riferimento per gli interventi ricadenti nella fascia dei 300 m dalla linea di battigia marina, sottoposti a vincolo paesaggistico ai sensi dell’art.142 D.Lgs.42/2004;

– Analisi degli impatti del nuovo intervento in applicazione dei criteri di cui alle Linee guida emanate con D.G.R. n. 18/15 del 05.04.2015 (linee guida per la determinazione del minore impatto paesaggistico degli interventi di demolizione e ricostruzione di cui all’articolo 39 comma 15 della legge regionale n. 8 del 23 aprile 2015);

2. Correzione refuso elaborati grafici. In particolare, si rileva che le sezioni di progetto non sono correttamente rappresentate in corrispondenza alle chiusure che configurano l’ampliamento dei corpi ‘B’.

Il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione generale per il Mare e le Coste ha chiesto (nota prot. n. 70947 dell’11 settembre 2020) alla Regione autonoma della Sardegna e al Comune di Alghero che nell’ambito della necessaria procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A. vengano valutate le interferenze con i contigui siti della Rete europea Natura 2000.

Nuovo intervento”, “l’ampliamento dei corpi ‘B’” sono termini emergenti dalle comunicazioni regionali.

L’area costiera di Porto Conte rientra nell’omonimo parco naturale, è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e con vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993), l’area è, inoltre, immediatamente contigua alla zona di protezione speciale –ZPS ITB013044 e nelsito di importanza comunitaria – SIC “Capo Caccia (con le Isole Foradada e Piana) e Punta del Giglio” (codice ITB010042), ai sensi delle direttive n. 92/43/CEE sulla tutela degli habitat e n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica.

Non può certo essere emanato il provvedimento che autorizza demolizione e ricostruzione con aumento volumetrico senza conclusione positiva del procedimento di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), con soglie dimensionali dimezzate in quanto trattasi di area costiera (D.M. 30 marzo 2015), ma soprattutto i provvedimenti che autorizzano aumenti volumetrici in aree di conservazione integrale, come la fascia costiera dei 300 metri dalla battigia, così individuata dalla legge (art. 10 bis della legge regionale n. 45/1989 e s.m.i.) e dalla pianificazione paesaggistica (piano paesaggistico regionale – P.P.R.) non possono essere in contrasto con la normativa di salvaguardia costiera, come chiaramente espresso dalla giurisprudenza (es. Cass. pen., Sez. III, 11 maggio 2020, n. 14242; T.A.R. Campania, Napoli, Sez. 7, del 20 febbraio 2015, n. 1193) e ribadito recentemente con il ricorso governativo davanti alla Corte costituzionale avverso la legge regionale Sardegna n. 17 del 34 giugno 2020, che ha stabilito l’ennesima proroga temporale del c.d. piano casa.

Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha promosso la petizione per la salvaguardia delle coste sarde finalizzata al mantenimento dei vincoli di inedificabilità costieri nella fascia dei 300 metri dalla battigia marina, stabiliti dalle normative vigenti e dalla disciplina del piano paesaggistico regionale (P.P.R.).

Siamo ormai ben più di 35 mila e 700 cittadini ad averla sottoscritta.

Abbiamo difeso, difendiamo e difenderemo la nostra Terra, millimetro per millimetro.

Ne stiano certi.

Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

La petizione per la salvaguardia delle coste sarde si firma qui http://chng.it/M4Kmxy7LtJ

Immagine: Alguer.it

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