Serafino ci ha lasciato

13 Agosto 2015
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Marco Ligas

La notizia della sua morte ci rattrista. Era una persona particolare Serafino, sempre attento a quel che succedeva nel mondo, preoccupato per le sorti delle popolazioni emarginate e indignato per le sopraffazioni commesse dai paesi forti.

Per lui non esistevano ragioni che giustificassero le “guerre umanitarie”, condotte con armi sempre più sofisticate e letali; ancor peggio se queste guerre venivano decise da forze politiche definite “amiche”. I conflitti nell’ex Iugoslavia o nel Medio Oriente lo turbavano e al tempo stesso gli suggerivano forme di solidarietà, non solo ideale, a favore delle popolazioni colpite. E a queste forme di solidarietà non si è certo sottratto.

Serafino era anche una persona integerrima, rispettoso della legalità: questo aspetto del suo carattere lo si coglieva particolarmente nello svolgimento del suo lavoro professionale e nasceva dalla consapevolezza che le regole, vigenti soprattutto nelle istituzioni pubbliche, non possono essere modificate dai rapporti di amicizia.

Più recentemente, quando Il Manifesto arrivava ancora in Sardegna, mi esprimeva qualche dubbio sull’impostazione del giornale: perché, mi diceva, il quotidiano è talvolta benevolo nei confronti della politica sarda? Aveva ragione, e giustamente chiedeva e si aspettava un atteggiamento diverso. “Sai, aggiungeva, io apprezzo molto Il Manifesto, credo che sia il quotidiano più obiettivo nel fornire l’informazione, però deve essere più attento, soprattutto quando parla di ciò che succede nelle regioni periferiche” .

Il suo legame col Manifesto era ormai consolidato, non a caso ogni giorno comprava due copie del quotidiano, una per sé e l’altra la lasciava a disposizione degli studenti presso la facoltà di lettere che aveva ripreso a frequentare. È bene che siano informati da più fonti, diceva, e il Manifesto purtroppo non è molto diffuso.

La sua presenza all’interno dell’Università gli ha fatto riscoprire (e aggiornare) il rapporto con le nuove generazioni; non a caso è diventato più sensibile alle problematiche della partecipazione dei giovani alle scelte politiche generali. Questo interesse ha avuto dei riflessi anche verso le associazioni politiche e culturali che sono sorte nell’ultimo decennio. Verso di loro ha mostrato la massima attenzione e disponibilità.

Ciao Serafino, sono sicuro che sarai spesso ricordato per la tua coerenza e per il rispetto che hai sempre mostrato nei confronti di chi ha subito sopraffazioni.

3 Commenti a “Serafino ci ha lasciato”

  1. Annamaria Loche scrive:

    Sebbene conoscessi Serafino da decenni, è stato in questi ultimi anni che l’ho visto più spesso, quando frequentava, poi laureandosi, i corsi di laurea della Facoltà di Lettere. Ultimamente, aveva intensificato la frequenza a quelli dei corsi in Filosofia: non aveva intenzione di laurearsi, ma non gli sembrava corretto seguire le lezioni senza pagare le tasse, benché, come si sa, la frequenza alle lezioni universitarie sia libera. Anche in questo sta un segno del suo modo di essere, di quella rettitudine, senso sociale, coerenza che credo di non aver mai visto in nessun’altra delle persone da me conosciute personalmente.
    I giovani colleghi lo consideravano uno di loro e noi docenti non potevamo fare a meno di ascoltare le osservazioni che avanzava in privato (mai una domanda durante la lezione), sempre con molta cautela, estremamente rispettoso delle competenze altrui.
    Vorrei raccontare un episodio, emblematico. Tenevo un corso su Rousseau e una delle mie ore coincideva con quelle di un corso su Marx. Mi disse, scusandosi: “Devo assentarmi per quest’ora, perché Marx lo conosco meno di Rousseau”. Non so se fosse vero, ma così Serafino sentiva.
    Ci mancherà la sua presenza al primo banco, il suo modo particolare di prendere appunti, la sua attenzione; e a me in particolare le chiacchiere e i commenti sui concerti e le opere durante gli intervalli, anche qui critico severo e coerente. Come è stato coerente nella sua annunciata scelta finale.

  2. salvatore drago scrive:

    E’ vero, e forse no, che Serafino ci ha lasciati. E’ sicuro che non lo vedremo, fisicamente intendo, alle prossime manifestazioni e incontri, e non per questo “ci ha lasciati”, visto che egli sarà sempre “presente”. Continueremo a sentire la sua voglia di fare, essere presente, a tutte le manifestazioni anche a quelle di cui non condivideva i contenuti al 100%, ma in cui trovava un minimo comune denominatore nelle motivazioni che potessero giustificare una sua presenza.
    E’ stato facile, per me, nutrire sentimenti di amicizia profonda per Serafino pur nelle differenziazioni profonde circa gli sbocchi che inevitabilmente il movimento deve avere se non vuole rimanere prigioniero del suo “essere” e divenire, quindi, movimentismo. E l’amicizia, da parte mia, è stata rafforzata dalla presa d’atto del suo rigore morale ed intellettuale: e mi piace citare un esempio. allorchè la neo eletta Giunta Zedda (giunta che anch’egli aveva contribuito a fare eleggere) decise per la rotonda di P.zza S. Benedetto. Non fece sconti, Serafino e non ne fece il Social Forum, nel criticare la Giunta Amica. Il suo amore per la Palestina, per il Popolo palestinese, l’odio profondo verso tutte le forme di oppressioni hanno fatto di Serafino un compagno per me. Un compagno che sarà sempre preseente, ed allora forse è vero che Serafino non ci ha lasciati! Ciao Serafino.

  3. Pinella Depau scrive:

    Grazie, Serafino,
    per l’esempio che ci hai sempre dato
    col tuo rigore morale e la tua coerenza e sensibilità, anche se nascosta dietro modi essenziali e talvolta “spicci”;
    con l’esempio di un’etica e di una passione politica che si è espressa costantemente anche in scelte concrete e quotidiane di resistenza, nel cercare e promuovere ciò che è giusto e nel favorire e tutelare ciò che è bello (che sia paesaggio naturale o arte umana).
    Grazie per il modo in cui tu (un’autorità istituzionale nel mondo scolastico) hai saputo continuare a difendere la scuola della Repubblica anche con la partecipazione e la lotta politica.
    Grazie per il modo in cui in questi anni hai tenuto vivo il Cagliari Social Forum, aprendo a tutte le anime impegnate in una prospettiva anti-liberista, ascoltando tutte e tutti, sempre favorendo una sintesi positiva con l’analisi e una critica radicale e insieme costruttiva.
    Grazie per la fiducia che in alcune occasioni mi hai mostrato e che mi è stata di stimolo nello scoraggiamento.
    Grazie per la forza e la serenità con cui ti sei congedato.
    Con molto affetto e la certezza che il tuo esempio darà frutti duraturi.
    Pinella

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