Spezziamo le catene del lavoro minorile

16 Giugno 2021

[Graziano Pintori]

L’anno 2021 è: “No Child Labour Day” secondo il messaggio del Papa, perché i bambini sono il futuro della famiglia umana. Il 2021 per l’ONU è “Anno Internazionale per l’Eliminazione del Lavoro Minorile”.

Anno 2021, la realtà dice: “ I bambini sottomessi allo sfruttamento lavorativo e di conseguenza con il futuro compromesso, senza istruzione, colpiti da danni fisici e mentali sono circa 160 milioni, sparsi soprattutto nelle zone più povere e degradate del pianeta”. A questi va aggiunto l’esercito dei bambini stretti nelle spire della criminalità organizzata, e costretti allo spaccio della droga, o esposti al mercato della pedopornografia.

Davanti a certi numeri le parole e le intenzioni pronunciate dalle autorità morali e civili del mondo sembrano affidate al vento, piuttosto che alle orecchie delle autorità economiche, politiche e militari che governano e condizionano le sorti dell’umanità e del pianeta. Queste riflessioni mi hanno colto quando ho abbracciato una bimba nata nel mese di maggio, definito “Fuoco Luminoso” dalla tradizione celtica, una metafora del risveglio della natura. Un risveglio che, guarda caso, si specchiava nella meraviglia suscitatami da quella nuova vita che mi trovavo tra le braccia. Durante la piacevole sensazione inevitabilmente mi è venuto da pensare ai quei 160 milioni di bambini nati sotto il segno di una sorte avversa. Un pensiero che ha trovato vigore davanti a un’immagine dell’Africa, riprodotta con tutti i colori che caratterizzano il suo cielo e la sua terra, il mare, però, non c’era; l’Africa posava su una superficie grigia, incolore, anonima e insignificante quasi a rappresentare i pesi dell’egoismo, dell’indifferenza, dello sfruttamento che la accerchiano.

L’immagine chiamava in causa, simbolicamente, i brevetti dei vaccini e il mercato delle armi, essendo tra i fautori delle condizioni da terzo mondo in cui versa il continente africano. Infatti, per quanto riguarda i vaccini, l’Africa, che conta 1,2 miliardi di persone, al 13 maggio aveva ricevuto oltre 36 milioni di dosi anticovid, però ne aveva somministrato appena 15 milioni; In Italia nello stesso periodo, con una popolazione di 60 milioni, 20 volte inferiore a quella africana, sono state somministrate quasi 31 milioni di dosi, di cui circa 10,2 milioni con vaccinazione completa.

Così in Europa, dove la metà dei suoi abitanti ha ricevuto almeno una dose d’immunizzazione: un raffronto che mette in risalto le diversità che separano le due realtà in termini di organizzazione sanitaria e sociale. Diversità che trovano radici nel mercato dei vaccini tenuti ben stretti dalle lobby dei brevetti, i quali non li “mollano” aggratis e tanto meno per questioni umanitarie, tanto è che avvertono come un solletico i lunghi e ripetitivi discorsi sulla liberalizzazione dei vaccini. Per quanto riguarda il mercato delle armi e della geopolitica militare, costantemente impegnati a tenere accesi i focolai di guerra sparsi per il mondo, in un’ipotetica bilancia, riportata sull’immagine di quell’Africa, si nota che il peso di questo potere porta in alto, come una piuma, una mamma africana che abbraccia il suo bambino.

Per dire che le questioni umanitarie davanti agli interessi del mercato delle armi, pesano quanto una piuma, cioè nulla. Di conseguenza non è ammissibile l’ipocrisia tutta occidentale dei media e di certi politici, che esprimono meraviglia sulle migliaia di bambini soldato arruolati in svariati paesi del pianeta, di cui circa il 40% sono bambine molte volte utilizzate per soddisfare i turpi bisogni sessuali degli adulti.  L’immorale reclutamento dei bambini soldato avviene tramite rapimento, minacce, manipolazione psicologica; altri bambini sono messi sul mercato militare dalla povertà estrema delle famiglie e dall’istinto di sopravvivenza. L’Italia è la nona potenza al mondo per la produzione di armi pesanti, non a caso il ministero della difesa, durante il governo Letta, presentò, tipo eventi di casa Armani, i pezzi di distruzione e morte ai paesi affamati di guerra: elicotteri Augusta, cannoni Oto Melara, siluri Wass, missili Mbda, sistemi di controllo Selex, e le immancabili armi leggere Beretta, molte delle quali, tramite il mercato clandestino, vanno a finire nelle mani dei bambini soldato. Durante questa passerella mortifera il ministro della difesa Mauro ebbe a dire con soddisfazione: ” mettiamo in vetrina il sistema Italia con i suoi prodotti straordinari e puntiamo a recuperare competitività al nostro paese”. Alla faccia dell’articolo 11 della Costituzione italiana!

La pandemia tuttora attiva ha dilatato le condizioni di povertà tra le famiglie dei paesi più emarginati e miseri, il rischio, ormai assodato, è quello che ulteriori nove milioni di bambini siano condannati alla non vita. Nel volgere lo sguardo verso la bimba che mi ritrovo tra le braccia, mi viene spontaneo pensare che sia fortunata, perché nata in un luogo privilegiato rispetto a quei bambini oppressi, sfruttati, schiavizzati. Privilegiata perché opportunamente protetta dalla voragine oscura della malasorte, decisa dall’avidità di altri, in cui precipitano i destini di chi è povero, nato povero e muore povero. D’istinto stringo più forte la bimba per allontanare il destino avverso avventatosi su quei milioni di bambini che trascinano le catene della povertà, dello sfruttamento, della sottomissione. Le stesse catene che furono dei genitori, dei nonni, e così fino in fondo.

Spezzare le catene è l’auspicio che rivolgo a tutti quei bambini e a tutte le bambine, compresi tutti quelli che si trovano, almeno per adesso, tra le braccia sicure dei loro cari.

[L’opera nell’immagine è dell’autore dell’articolo]

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