Spiaggia a numero chiuso, solo se la misura di salvaguardia ha un senso e si può controllare

1 Agosto 2020

[Stefano Deliperi]

Il Presidente dell’Ente parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena ha emanato l’ordinanza del 27 luglio 2020 per vietare parzialmente l’accesso sul 75% della Spiaggia di Cavalieri, sull’Isola di Budelli, a causa dei forti fenomeni erosivi determinati dall’eccessiva presenza di bagnanti e di barche.

In verità, appaiono abbastanza assurde le disposizioni: “l’ordinanza prevede, infatti, che una piccola porzione dell’arenile, quella più in salute dal punto di vista ambientale, rimanga fruibile ma in modo regolamentato. L’accesso nella fascia oraria 10.30 – 16.00 sarà consentito ai diportisti residenti e nativi del comune di La Maddalena e alle attività economiche di traffico passeggeri. Per tutte le altre categorie di utenti, sarà possibile accedere alla parte libera della spiaggia nelle altre fasce orarie. La balneazione nello specchio acqueo di fronte alla spiaggia, invece, sarà consentita comunque a tutti.

Per tutti coloro che potranno accedere a questa porzione di spiaggia libera, al fine di limitare il più possibile l’asportazione di materiale sabbioso, varrà il divieto di posizionamento di teli in spugna, ombrelloni, zaini e borse di ogni genere unitamente all’obbligo di “sciacquare” indumenti e calzature entrati a contatto con l’arenile”.

In parole povere, è una misura di salvaguardia che serve a poco e può esser anche controproducente.

E’ tardiva (è stata adottata solo a fine luglio, a stagione turistica ormai ampiamente avviata), concentra su un breve tratto di spiaggia (circa 50 metri lineari) centinaia di bagnanti.

Soprattutto, non è garantita un’efficace attività di vigilanza, in quanto il personale ad essa dedicato (Stazione di La Maddalena e Stazioni navali di Olbia e Palau del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, Guardia costiera, Carabinieri) non hanno personale e mezzi sufficienti per effettuarla, situazione conosciuta in primo luogo proprio dall’Ente Parco.

Sarebbe necessario un provvedimento di inibizione totale dell’accesso alla Spiaggia di Cavalieri per almeno alcuni anni, così da verificarne le condizioni.

Ormai sono diversi i provvedimenti concernenti misure di salvaguardia di alcune spiagge della Sardegna comprendenti accessi contingentati (c.d. numero chiuso), biglietti d’ingresso (giustificati più o meno veritieramente con l’esigenza di contribuire alle spese di gestione ambientale del sito), per esempio, La Pelosa a Stintino, Cala GoloritzèCala Mariolu a Baunei, Tuerredda a Teulada.

L’efficacia concreta di tali misure di salvaguardia dipende, però, fondamentalmente dalla loro effettiva finalità di tutela ambientale (e non dal desiderio di far cassa del singolo Comune) e dalla presenza di un adeguato servizio di vigilanza.

Per esempio, permettere la presenza contemporanea di centinaia di bagnanti da cambiare ogni due-tre ore serve più a spennarli che a difendere realmente la piccola spiaggia dall’erosione.

Sono necessarie trasparenza, informazioni e serietà per rendere condivise con il maggior numero di persone (residenti e turisti) le misure di salvaguardia ambientali.

Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

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