Sulla pianificazione delle infrastrutture energetiche della Sardegna

1 Ottobre 2020

[Graziano Bullegas]

Nell’ambito della valutazione e della discussione pubblica, avviata dall’Autorità per la Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), sul Rapporto commissionato alla società RSE spa sulla valutazione indipendente delle opzioni disponibili in relazione all’adeguamento infrastrutturale del sistema energetico della Regione Sardegna, l’Associazione Ambientalista Italia Nostra Sardegna e i Sindacati di Base USB Sardegna e Cobas Cagliari, hanno presentato nei giorni scorsi motivate osservazioni in previsione della valutazione dei Piani decennali di sviluppo di trasmissione elettrica e di trasporto gas, prevista entro la fine del corrente anno 2020.

Tra gli aspetti condivisibili del Rapporto sono stati evidenziati:

  • La necessità di un intervento di ammodernamento delle infrastrutture elettriche isolane oggi non in grado di rispondere alle nuove esigenze di produzione e di consumo della Sardegna.
  • La non sostenibilità economica della dorsale per il trasporto del gas in base ai consumi previsti e ai ridotti tempi di recupero dei costi di installazione dell’infrastruttura. Dato ormai acquisito anche dal governo italiano che ha definitivamente bocciato l’ipotesi di realizzare l’infrastruttura.
  • L’importanza strategica dell’elettrodotto Tyrrhenian Link chiamato a svolgere la funzione di garanzia per la sicurezza e la stabilità di esercizio della rete piuttosto che lo scambio di rilevanti quantità di energia.
  • La convenienza, per una buona parte delle aree della Sardegna, dell’elettrificazione negli usi finali nel residenziale, terziario e industriale di piccola taglia, in particolare per i bacini dove non sono stati avviati i lavori per la realizzazione di reti di distribuzione gas, che rappresentano i due terzi dei Comuni della Sardegna.
  • La maggiore funzionalità dell’elettrificazione dei consumi nella prospettiva di decarbonizzazione sull’orizzonte di lungo termine.
  • L’assoluta inaffidabilità delle proposte (avanzate anche dalla SNAM) di utilizzo della rete del gas per il trasporto dell’idrogeno, confermata anche da recenti report internazionali (IRENA).

Tra le criticità del rapporto RSE si è rilevato:

  • Marginalità e assenza di riferimenti al PNIEC sul ruolo delle FER, con una sottostima dell’incidenza dello sviluppo delle FER in Sardegna.
  • Assenza di una approfondita analisi delle tematiche relative alla riduzione dei consumi e dell’efficientamento energetico degli edifici.
  • Eccessiva neutralità rispetto alle problematiche economiche e sociali derivanti dal riavvio degli impianti industriali energivori. È mancata l’analisi dell’incidenza del riavvio di questi impianti rispetto ai maggiori costi energetici sull’economia isolana e gli effetti indiretti nell’ambito della politica di neutrality climate europea per il 2050 e ai costi derivanti dalle bonifiche ambientali conseguenti alla “nuova” industrializzazione oltre che alle negative ricadute sanitarie e sociali a carico della comunità.
  • Assenza dal rapporto dell’analisi dell’eventuale opzione zero necessaria per ipotizzare lo scenario possibile senza la realizzazione delle infrastrutture per la metanizzazione della Sardegna.

Il limite più evidente sollevato dai Sindacati di Base e da Italia Nostra Sardegna al Rapporto RES è stato quello di non aver preso in considerazione scenari industriali diversi da quelli attuali arrivando pertanto a conclusioni che giustificano il proseguimento di una politica industriale fallimentare, priva di prospettive, che brucia ingenti risorse pubbliche e consuma il futuro. Appare infatti abbastanza chiaro che una coerente politica di decarbonizzazione non possa essere avviata dotando l’isola di impianti che prevedono l’uso di combustibili fossili e insistendo nel contempo con una industrializzazione energivora e fortemente inquinante.

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