Tumori, inquinamento e abuso di alcol

16 Dicembre 2019

Stabilimento della Fluorsid

[Massimo Dadea]

Nei giorni scorsi, il quotidiano di Cagliari così titolava: Tumori ancora in aumento: “Colpa dell’abuso di alcol”. Ma come l’abuso di alcol? Il quinto rapporto SENTIERI – lo studio epidemiologico dei territori e degli insediamenti esposti a rischio di inquinamento – che ha interessato nell’isola i due SIN delle aree di Porto Torres e del Sulcis Iglesiente Guspinese, ha evidenziato un eccesso di mortalità dovuto a patologie oncologiche (mesotelioma maligno, tumori maligni del polmone, del colon e dello stomaco) prevalentemente nelle aree con presenza di impianti chimici, petrolchimici e raffinerie, e in tutte quelle zone dove vengono abbandonati rifiuti pericolosi.

Altro che “colpa dell’abuso dell’alcol”! Un terzo della popolazione sarda è esposta all’impatto di materiali inquinanti: sostanze tossiche, cancerogene, epigenotossiche come le diossine e i metalli pesanti. La Sardegna, al di là delle immagini patinate, è il luogo dove le donne e gli uomini che vivono nelle vicinanze delle aree inquinate, muoiono di più a causa dell’alta incidenza delle patologie tumorali.

Dove i bambini che nascono in quei luoghi contaminati hanno maggiori possibilità di morire a causa di condizioni morbose perinatali e i neonati presentano delle allarmanti modificazioni del DNA. La nostra isola tra i tanti tristi primati detiene anche quello della più alta prevalenza di patologie autoimmuni: diabete e sclerosi multipla. Patologie di cui è ampiamente documentata la correlazione con l’inquinamento dell’ambiente. Altro che “colpa dell’abuso di alcol”! La verità è che in tutti questi anni si è preferito nascondere la testa sotto la sabbia di fronte alle tante, troppe, vicende di ordinario inquinamento: l’E.On a Porto Torres, l’Euroallumina a Portovesme, la SARAS a Sarroch, l’amianto a Ottana, i poligoni del Salto di Quirra e di Teulada, la Fluorsid a Macchiareddu.

Quest’ultima vicenda è di una gravità assoluta. L’archiviazione dell’accusa di “associazione a delinquere” nei confronti del Presidente e dell’Amministratore delegato della Fluorsid non cancella l’inquinamento. La decisione della magistratura lascia intatte tutte le preoccupazione sul grado di inquinamento che grava, non solo sull’aria industriale, ma sopratutto sulla zona umida internazionale di Santa Gilla: contaminazione dell’area e del suolo per effetto della dispersione delle polveri nocive; delle falde acquifere ad opera di metalli pesanti e composti inorganici, degli allevamenti dell’area di Macchiareddu a causa delle polveri di fluoro. A tutto questo si deve aggiungere l’interramento e lo sversamento di fanghi acidi nella laguna, a due passi dalla città di Cagliari.

Che dire poi dell’ultima denuncia di Mauro Pili: un grande impianto di trattamento di rifiuti speciali a ridosso del paese di Magomadas, a pochi chilometri da Bosa, e a meno di un chilometro, in linea d’aria, dalle spiagge della Planargia, dove vengono riversati ed interrati fanghi fognari provenienti dalla Campania e dalla Puglia. A niente, sino ad oggi, sono servite le proteste dei cittadini e degli amministratori locali, allarmati dai miasmi soffocanti che si levano dall’impianto di smaltimento e dalla possibili conseguenze sulla salute.

Cosa altro deve succedere perché qualcuno – giunta regionale, ARPAS, magistratura – si accorga della bomba ecologica su cui sta seduta la Sardegna? Cosa aspetta l’assessore della sanità ad attivare il Registro regionale dei tumori? Siamo l’unica regione in Italia che non si è ancora dotata di questo indispensabile strumento per il monitoraggio e lo studio delle patologie tumorali. Da anni funzionano, grazie all’abnegazione degli operatori sanitari, i registri di Sassari e di Nuoro, che coprono però appena il 40 per cento del territorio regionale. Cosa aspetta l’assessore della sanità, insieme a quello dell’ambiente, ad attivare il bio monitoraggio dell’intero territorio regionale, attraverso un’indagine epidemiologica ed ambientale autonoma e di alto profilo scientifico?

1 Commento a “Tumori, inquinamento e abuso di alcol”

  1. Claudia Zuncheddu scrive:

    Caro Massimo, grazie per la tempestività del tuo intervento chiarificatore. Purtroppo mi è sfuggito quell’articolo vergognosamente fuorviante, privo di pudore, offensivo per le nostre comunità esposte all’inquinamento industriale e militare, oltre che per l’intelligenza di tutti. E’ insopportabile che personaggi “malleabili” si prestino a giustificare le ricadute dei disastri ambientali sulla salute dei sardi con l’abuso di alcool… oppure dediti ai rapporti incestuosi come qualcuno ha già dichiarato in altre occasioni. Intanto continuano indisturbate le rapine delle nostre risorse e ogni sorta di offesa alla nostra Terra.

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