Ultima Generazione: “Il Papa lancia messaggi contraddittori, abbia più coraggio”

7 Settembre 2023

[red]

Durante il ritorno dal viaggio pastorale in Mongolia, il cronista Robert Messner ha chiesto al Papa se il suo coinvolgimento per la protezione dell’ambiente e l’aggiornamento dell’enciclica Laudato Si’ – che verrà diffuso il 4 ottobre – possa essere letto come dimostrazione di solidarietà per Ultima Generazione e altri gruppi che hanno scelto forme radicali di protesta. La risposta del Pontefice è stata netta: “Non scendo su questi estremisti”.

Papa Francesco ha poi aggiunto: “I giovani pensano al futuro. E in questo senso mi piace che lottino bene. Ma andiamo, quando subentra un’ideologia o una pressione politica o si usa per questo, non va”.

Ultima Generazione esprime incredulità per le parole del Pontefice ed evidenzia la contraddizione tra queste ultime sbrigative dichiarazioni e le posizioni assunte in precedenza da Bergoglio.

Stiamo andando incontro a un collasso climatico e in questa situazione le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro”, “dobbiamo riconoscere l’urgenza drammatica di prenderci cura della casa comune”.Questa non è una dichiarazione di Ultima Generazione ma sono le parole dello stesso Papa Francesco, rivolte il 3 agosto alle centinaia di migliaia di giovani accorsi alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) a Lisbona. In quella occasione, il Papa aveva anche invitato i giovani a lasciare da parte la routine abituale e mettersi in cammino con un’intenzione, muovendosi anche fuori dalla propria zona di comfort.

Eppure, oggi, alla luce delle sue ultime dichiarazioni e avendo scoperto che ci considera estremisti, ci chiediamo: che cosa intendeva allora il Pontefice quando invitava i giovani a “fare chiasso” e li incitava a “farsi sentire”? A quali “passi coraggiosi” si riferiva? Confrontando le dichiarazioni del passato con le esternazioni odierne, emerge un messaggio contraddittorio.

“Leggo le parole di Papa Francesco, che pure dopo il Laudato Si’ ha puntato il dito contro l’inerzia dei governi a fronte del collasso climatico, con amarezza. Che cosa dovremmo farne della preoccupazione per il nostro futuro, se non incanalarla in atti concreti? Come pensiamo di creare le scosse necessarie a un cambiamento radicale se non compiamo azioni altrettanto radicali, con delle precise richieste politiche? Le COP finora hanno prodotto solo promesse ma le emissioni hanno continuato ad aumentare. Se non protestiamo con atti di disobbedienza civile, ci rimane solo il giardinaggio” ha dichiarato Ester, condannata insieme a Guido a 9 mesi (pena sospesa) e 28.000 euro di risarcimento danni (a fronte di 3.148 euro spesi per il restauro) per essersi incollati al basamento del Laocoonte nei Musei Vaticani. Gli attivisti hanno anche annunciato ricorso contro una sentenza definita ingiusta e lanciato un crowdfunding per sostenere le spese.

“Non sono venuto a metter pace, ma spada” disse Gesù, parlando di una spada in grado di rinnovare la società. Tramite le nostre azioni di disobbedienza civile chiediamo ai nostri politici di attuare azioni concrete per affrontare la crisi climatica e non far ricadere le sue conseguenze – e i relativi costi – sui cittadini.

«In questo momento la preghiera non basta più, perché nonostante pregare sia secondo Papa Francesco una delle più grandi forme di protesta, i politici di questo paese se ne fottono delle nostre preghiere, essendo troppo impegnati a riempire di soldi il proprio tempio», dichiara Beatrice in un video pubblicato sui profili social di Ultima Generazione.

Invitiamo il Papa a seguire l’esempio del Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, che da molto tempo riconosce che «i radicali veramente pericolosi sono i Paesi che stanno aumentando la produzione di combustibili fossili» e che diverse volte ha preso le parti dei cittadini che protestano per il proprio futuro.

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