Turchia e dintorni. Essere omosessuale nella Turchia di Erdoğan

16 Febbraio 2019
[Emanuela Locci]

In Turchia l’omosessualità è stata legalizzata nel 1858, quindi quando si era ancora in epoca imperiale. La legalizzazione rientrava nel novero delle riforme meglio conosciute come Tanzimat, di chiara ispirazione occidentale. Con la costituzione della repubblica le cose non sono cambiate, l’amore tra due persone dello stesso sesso è considerato legale, ma ciò non significa che la vita degli omosessuali sia facile. Infatti, da sempre lo stigma sociale ha oscurato la libertà individuale, ed è ancora molta strada da fare a livello educativo, di opinione pubblica e anche di legislazione, affinché effettivamente si abbia un riconoscimento del diritto individuale di condurre la propria esistenza senza timori o vergogne, in piena libertà. Dal punto di vista legislativo la Turchia è dotata di una norma che riconosce la libertà individuale di amare una persona dello stesso sesso, ma nel contempo la stessa legge prevede il reato di esibizionismo pubblico, questo nel tentativo di fermare il fenomeno. Comunque resta forte nell’opinione pubblica l’idea che l’omosessualità sia qualcosa da debellare, da curare, come fosse una malattia. Nonostante la legge non vieti l’omosessualità, le coppie omo non hanno le stesse protezioni di legge delle coppie etero. Ciò che manca in Turchia è una legge contro la discriminazione riguardante l’identità sessuale degli individui. Gli atti discriminatori contro i gay vengono puniti molto raramente, ma questo non è solo un problema di lacuna giuridica, quanto invece un problema di percezione in seno alla società del tema omosessualità. In alcuni ambiti lavorativi, come ad esempio nell’esercito, in aperta violazione della convenzione sei diritti umani, si indica l’omosessualità come “malattia psicosessuale” e si considerano i gay inadatti al servizio militare.
La situazione degli omosessuali in Turchia non è migliorata negli ultimi anni, anzi la situazione è andata progressivamente peggiorando quando si tratta di discutere e mettere in pratica i diritti fondamentali (la situazione rispetto a questi temi è peggiorata in generale). La discriminazione è palese, nel 2014 il Ministro della Giustizia ha illustrato quello che ha chiamato “programma per la protezione dei detenuti gay”, che si può riassumere nella costruzione di celle separate per i detenuti che si sono dichiarati omosessuali, che non possono accedere alle aree comuni neppure durante le attività sociali che si svolgono in prigione. Questa misura più che protettiva sembra ghettizzante. Sono lontani gli anni di inizio secolo che ha visto Istanbul trasformarsi nel 2003 in prima città di un paese musulmano che permetteva l’organizzazione del Gay Pride. Già esistevano alcune associazioni che lottavano per la difesa dei diritti della comunità LGBT (Lambda Istanbul (1993-2008; Kaos GL), che però hanno vita molto difficile. Nel 2014 si organizza l’edizione del Gay Pride più partecipata di sempre con diecimila persone che sfilano, i partiti CHP e il filo curdo BDP sostengono l’iniziativa. L’anno successivo la situazione precipita: le autorità negano i permessi per la manifestazione, nonostante il divieto la gente scende in piazza ma sono numerosi i feriti che si contano tra i manifestanti. Dal 2017, in seguito al tentato colpo di stato del luglio 2016, il governo ha decretato il divieto di organizzare manifestazioni legate alla presenza di omosessuali in Turchia. Con questo atto sembra chiudersi un periodo di libertà e aprirsi un oscuro scenario di repressione. Unico spiraglio le associazioni che hanno sfidato i divieti e che hanno manifestato anche se a costi personali molto alti, infatti, molte persone sono state arrestate, o hanno subito una sorte anche peggiore, come è il caso di Hande Kader, giovane transessuale, diventata un’icona del movimento LGBT, dopo che nel 2016 ha affrontato gli idranti della polizia che voleva impedire lo svolgimento del Gay Pride. Dopo pochi giorni dall’episodio il suo corpo orrendamente mutilato è stato rinvenuto ai bordi di una strada, di un ricco quartiere di Istanbul.
Ogni giorno in Turchia si verificano aggressioni e discriminazioni ai danni di omosessuali, il problema è sociale, infatti secondo recenti sondaggi, l’80% dei turchi ritiene che l’omosessualità sia moralmente inaccettabile.
In Turchia come altrove, è dunque necessario lavorare sulla cultura della popolazione, in modo che si possano superare questi pregiudizi, e questo si può fare se le politiche governative vengono indirizzate in questa direzione. Nel caso della Turchia il governo sta andando nella direzione opposta, la repressione è evidente, famosi a questo proposito i discorsi di Erdoğan contro le proposte del CHP per la creazione di quote gay nei comitati di quartiere. È però evidente anche la resistenza del movimento gay. Di particolare interesse è ad esempio nel contesto della resistenza e della formazione di un’identità la creazione di un linguaggio, il lubunca composto da circa quattrocento parole, che viene utilizzato dai componenti della comunità omo per parlare senza essere compresi dalla maggior parte dei turchi. Anche questa è resistenza, è libertà, anche questa è affermazione del diritto di esistere, e di farlo essendo e rimanendo se stessi.

[Della stessa autrice leggi anche 1) Turchia e dintorni. La nuova Turchia di Erdoğan, 2) Turchia e dintorni. Vivere lo stato di emergenza, 3) Turchia e dintorni. Una donna sfida l’egemonia di Erdoğan, 4) Turchia e dintorni. Osman Kavala il mecenate che disturba Erdoğan, 5) Turchia e dintorni. Ritratto degli eredi politici di Atatürk 6) Turchia e dintorni. La stretta di Erdoğan sulla libertà di stampa, 7) Turchia e dintorni. Ridere è peccato: la Turchia e le sue donne8) Turchia e dintorni. Quando il ramo d’ulivo non è un segno di pace 9) Turchia e dintorni. Sentirsi in pericolo10) Turchia e dintorni. La morte dello Stato di diritto11) Turchia e dintorni. Cose che accadono dentro e fuori la Turchia 12) Turchia e dintorni. Si perde nella notte dei tempi (prima parte) 13) Turchia e dintorni. Si perde nella notte dei tempi (seconda parte), 14) Turchia e dintorni. Turchia monopartitica?, 15) Turchia e dintorni. Il neo-ottomanesimo, nuova frontiera per la Turchia 16) Turchia e dintorni: Europa e Turchia, la storia infinita, 17) Turchia e dintorni. Come è nata la Turchia moderna? 18) Turchia e dintorni. La Turchia non è Istanbul 19) Turchia e dintorni. Considerazioni sopra le dichiarazioni di un ambasciatore20) Turchia e dintorni. Gli armeni nella storia turca 21) Turchia e dintorni. Le madri del sabato 22) Turchia e dintorni. AKP, genesi e sviluppo di un partito 23) Turchia e dintorni. Origini del nazionalismo turco 24) Turchia e dintorni. Atatürk massone, si o no? 25) Turchia e dintorni. I molti volti della Turchia 26) Turchia e dintorni. Il movimento Gülen 27) Turchia e dintorni. La crisi economica turca: ieri, oggi e domani 28) Turchia e dintorni. Ergenekon, un’indagine sporca 29) Turchia e dintorni. Quando i turchi venivano a lezione dagli italiani 30) Turchia e dintorni. Tansu Çiller, la lady di ferro turca]

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