Ogni attivista che immagina una Sardegna diversa dall’isola delle diseguaglianze che viviamo e libera dall’occupazione militare rischia di imbattersi nelle intimidazioni poliziesche della Questura di Cagliari.
“Ne uccide più la famiglia della mafia” titolava un bellissimo articolo di Angela Azzaro di circa quindici anni fa. È proprio la casa non la strada il luogo più pericoloso per le donne perché la famiglia produce e riproduce i rapporti di forza patriarcali. È necessario un grande lavoro di scavo nel profondo, in quell’intreccio di storia, di saperi, di desideri scritti sul corpo perché la “normalità “ della violenza riguarda le nostre relazioni quotidiane.Ripropongo un mio scritto di alcuni anni fa, purtroppo sempre attuale e chiedo agli uomini di prendere parola e di porsi questa domanda “Perché gli uomini uccidono le donne?” Discutiamone.
Pubblichiamo la diretta video dell’appuntamento sardo della manifestazione organizzata da “La società della cura, fuori dall’economia del profitto” e che si è svolta Sabato 21 novembre a Cagliari, in via Roma, sotto la sede del Consiglio Regionale nel pieno rispetto delle norme anti-Covid e in contemporanea in tutte le piazze italiane.
Il servizio giornalistico di Report dello scorso lunedi 9 novembre 2020 su come e perché la ripresa dei contagi in Sardegna – e conseguentemente nel resto d’Italia – è stata facilitata da come è stato gestito l’intrattenimento notturno nei luoghi del turismo ha scatenato, come prevedibile, una marèa di polemiche e ha destato l’attenzione della magistrature inquirente.
Il risultato finale dei tre ballottaggi dell’8 e 9 novembre per l’elezione dei sindaci di Quartu, Nuoro e Porto Torres, ha permesso alle alleanze progressiste di fare un lungo “marameo” alle destre, sorpassandole alla grande con percentuali incontestabili.
Con un Referendum nel 2012 i sardi, su proposta dei Riformatori, i sardi hanno approvato la abolizione delle 4 nuove Province deliberate dalla Giunta Soru e dal Consiglio Regionale i cui costi di gestione erano di competenza del Bilancio della Regione Sarda.
Il 25 ottobre il Cile ha deciso di sostituire la sua costituzione, ultima eredità della dittatura del generale Augusto Pinochet, con la prima costituzione al mondo che sarà scritta in forma paritaria, cioè da un’assemblea costituente formata per metà da uomini e per metà da donne.
Filippo Kalomenìdis scrittore e sceneggiatore sardo-greco, si è recato a Lesvos in Grecia per documentarsi sull’incendio del campo profughi di Moria e sul nuovo centro di Kera Tepe per il suo libro “La Direzione è storta”. Un reportage lirico sulla pandemia e i virus del potere (uscita a marzo 2021, Homo Scrivens editore) che racconta anche la sua esperienza di volontario nei centri di isolamento per malati di Covid-19 a Bologna. Durante il viaggio è nata l’idea di pubblicare sul Manifesto Sardo un’inchiesta che rendesse chiara la realtà spaventosa dei più sovraffollati campi di segregazione di rifugiati asiatici e africani in Europa, di cui questo articolo è la seconda parte.
Sulla Nuova Sardegna del 9 novembre scorso, il valente storico cagliaritano Gian Giacomo Ortu polemizza con i promotori del Comitato “Spostiamo la statua di Carlo Felice” con qualche sciocchezza.
Il movimento contro l’occupazione militare della Sardegna A Foras convoca un sit-in e una assemblea venerdì 20 novembre alle ore 15.00 davanti all’ingresso della base di Capo Frasca. Pubblichiamo la loro nota.
Se abitassi a Quartu Sant’Elena sosterrei Graziano Milia al ballottaggio. A Nuoro sosterrei Andrea Soddu e a Porto Torres Massimo Mulas. La scelta parte dai nomi dei candidati sindaci e non dai loro programmi politici perché l’elezione diretta dei primi cittadini è uno dei sintomi peggiori del presidenzialismo, una riduzione della democrazia. E voterei queste persone non solo perché sarebbe un errore consegnare queste città nelle mani dei leghisti e dei sardofascisti. C’é un motivo in più.
Per quanto si possa essere indulgenti e comprensivi con questo governo, la condizione disperante in cui versa il paese è un inappellabile atto d’accusa: il paese tutto, sia quello malato, sia quello ancora sano.
Il primo round elettorale a Nuoro vede la compagine progressista e tendenzialmente di centrosinistra del sindaco uscente Andrea Soddu, in vantaggio di quattro punti percentuali rispetto allo schieramento marcatamente di destra.