Non adoro quel Dio. Non mi unisco al sònito di mille voci che si rincorrono nell’etere alla ricerca della più grande iperbole mai coniata, per un mortale, nell’ora della morte sua. L’umanità è percossa e attonita alla notizia. Chissà se mai un piede mortale come il suo verrà di nuovo a calpestare il tappetto di un rettangolo di gioco per la delizia delle curve.
L’audizione presso la IV Commissione Consiliare sul Ddl 108 ha evidenziato la solitudine di questo governo regionale che in “nome del popolo” vorrebbe cancellare il sistema che regola l’urbanistica in Sardegna e con esso lo stesso paesaggio sardo e la bellezza delle nostre città e paesi.
Sognare la felicità dopo il COVID sembra impossibile mentre viviamo questa seconda tragica fase in tutto il mondo, o quasi. Eppure sognare un futuro migliore è possibile.
L’amministrazione comunale di Bitti invita le associazioni, i volontari e i semplici cittadini che in queste ore stanno gentilmente donando o intendono donare beni di soccorso alla popolazione del nostro paese di far pervenire prodotti utili e necessari.
E’ ben noto che Cesare Beccaria nella sua opera principale non si limitò a pronunciarsi contro la pena di morte e la tortura (pensatore attualissimo come pochi, dato il persistere dei due flagelli), ma si spinse a mettere in dubbio il diritto di proprietà “terribile, e forse non necessario diritto”.
Pubblichiamo una nota firmata da Claudia Zuncheddu, medico Isde e portavoce della Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica e Alleanza Stop 5G – Sardegna sull’ONU e la giornata delle disabilità.
Pubblichiamo un parere dell’archeologo Alfonso Stiglitz, che apprezziamo e condividiamo come Aladin Pensiero e Manifesto sardo, sulla mozione presentata da alcuni consiglieri regionali, volta a ottenere il conferimento alla Regione in via esclusiva della tutela e valorizzazione dei beni archeologici, in sostanza l’istituzione di una “Soprintendenza specialistica a tutela dei beni culturali e paesaggistici” che amplierebbe le già consistenti competenze regionali in materia, con importanti ripercussioni su tutto il sistema di salvaguardia e valorizzazione degli stessi beni.
Ogni attivista che immagina una Sardegna diversa dall’isola delle diseguaglianze che viviamo e libera dall’occupazione militare rischia di imbattersi nelle intimidazioni poliziesche della Questura di Cagliari.
“Ne uccide più la famiglia della mafia” titolava un bellissimo articolo di Angela Azzaro di circa quindici anni fa. È proprio la casa non la strada il luogo più pericoloso per le donne perché la famiglia produce e riproduce i rapporti di forza patriarcali. È necessario un grande lavoro di scavo nel profondo, in quell’intreccio di storia, di saperi, di desideri scritti sul corpo perché la “normalità “ della violenza riguarda le nostre relazioni quotidiane.Ripropongo un mio scritto di alcuni anni fa, purtroppo sempre attuale e chiedo agli uomini di prendere parola e di porsi questa domanda “Perché gli uomini uccidono le donne?” Discutiamone.
Pubblichiamo la diretta video dell’appuntamento sardo della manifestazione organizzata da “La società della cura, fuori dall’economia del profitto” e che si è svolta Sabato 21 novembre a Cagliari, in via Roma, sotto la sede del Consiglio Regionale nel pieno rispetto delle norme anti-Covid e in contemporanea in tutte le piazze italiane.
Il servizio giornalistico di Report dello scorso lunedi 9 novembre 2020 su come e perché la ripresa dei contagi in Sardegna – e conseguentemente nel resto d’Italia – è stata facilitata da come è stato gestito l’intrattenimento notturno nei luoghi del turismo ha scatenato, come prevedibile, una marèa di polemiche e ha destato l’attenzione della magistrature inquirente.
Il risultato finale dei tre ballottaggi dell’8 e 9 novembre per l’elezione dei sindaci di Quartu, Nuoro e Porto Torres, ha permesso alle alleanze progressiste di fare un lungo “marameo” alle destre, sorpassandole alla grande con percentuali incontestabili.
Con un Referendum nel 2012 i sardi, su proposta dei Riformatori, i sardi hanno approvato la abolizione delle 4 nuove Province deliberate dalla Giunta Soru e dal Consiglio Regionale i cui costi di gestione erano di competenza del Bilancio della Regione Sarda.